Permeke, Constant

pittore, disegnatore e scultore belga (Anversa 1886-Ostenda 1952). Frequentò le accademie artistiche di Bruges e di Gand, maturando quella tendenza espressionista che in Belgio si configurò nella seconda stagione di Laethem Saint-Martin. Permeke si distinse tra gli altri artisti del gruppo per un'estrema semplificazione formale: più che gli amici De Smet e Van der Berghe, assunse la pittura quale mezzo di espressione di un'epica di portata universale, senza peraltro fare della sua pittura strumento di messaggi esistenziali o di socialità umanitaria. I suoi soggetti preferiti furono marinai, minatori, contadini, la povera gente impegnata nella varietà delle proprie occupazioni giornaliere, in un paesaggio di mutevole e sempre nuova bellezza. Più che di espressionismo per Permeke si può parlare di realismo emotivo, per quel senso drammatico che l'artista dà alla figura nella sua immersione nel paesaggio, dove l'una si compenetra nell'altro senza dar luogo a distorsioni o deformazioni formali di sorta, come accade invece nell'espressionismo di pretta marca tedesca. Una visione così concepita e già compiutamente tradotta nel piano pittorico Permeke la propose dagli anni 1912-13, preludio della produzione degli anni Venti, quando l'immagine della realtà fu espressa con aspirazioni di resa di valori plastici (Moglie di pescatore, 1920; I fidanzati, 1923; Bruxelles, Musée d'Art Moderne; I due fratelli marinai, 1923, Basilea, Kunstmuseum). La forza plastica delle sue figure dipinte e ancor più quelle rese attraverso i grandi disegni a carboncino (Figura di contadino, 1921, Venezia, Museo d'Arte Moderna-Ca' Pesaro) trovarono, dopo il 1935, nuova espressione e logica conseguenza nell'attività scultorea, attraverso la quale l'artista riuscì a recuperare quella forma arcaica con maggiore intensità di sollecitazione emotiva.

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