Piacènza (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima, 61 m s.m., 118,46 km², 100.286 ab. secondo una stima del 2007 (piacentini), patrono: sant’ Antonino di Piacenza (4 luglio).

Generalità

Città della bassa Pianura Padana, alla destra del fiume Po. "Per la pianta della città vedi il lemma del 15° volume." "Vedi pianta della città vol. 17, pag. 155" Nella planimetria urbana del centro storico è evidente la tipica struttura ortogonale della città romana, orientata in direzione NW-SE, parallelamente al corso del Po. In epoca medievale, ai margini del nucleo originario si svilupparono alcuni borghi, successivamente incorporati entro il perimetro ellittico della cinta muraria eretta nel sec. XVI sotto i Farnese. Dopo l'unificazione italiana la città acquistò una forte importanza strategica e il suo sviluppo fu condizionato dalla costruzione di nuove fortificazioni militari all'esterno delle mura farnesiane. Fino agli anni Venti del Novecento la città rimase contenuta entro le mura, per svilupparsi nel secondo dopoguerra e soprattutto a partire dagli anni Sessanta in direzione S. È sede vescovile.

Storia

Di origine preistorica, fu abitata dai Liguri, dagli Etruschi e dai Galli Boi. Colonia romana con il nome di Placentia nel 218 a. C., fu fiera antagonista di Annibale nel corso della battaglia della Trebbia (218 a. C.) e di Asdrubale (207 a. C.). Saccheggiata da Amilcare nel 200 a. C., si riprese grazie alla costruzione della via Emilia (187 a. C.), che la collegò a Rimini. Nel 90 a. C. ottenne la cittadinanza romana. Dopo la caduta dell'impero romano la città fu occupata da Odoacre, dai Goti e dai Longobardi (570), sotto i quali divenne un fiorente capoluogo ducale. Nel 774 i Franchi la promossero a capoluogo di contea. Sede del concilio convocato da Urbano II nel 905, fu retta da un vescovo (997-1120) e nel sec. XII diventò libero comune. Schieratasi con la Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa, nel 1161 le fu imposta la podestà imperiale. In lotta con le vicine città di Parma, Cremona e Pavia, venne occupata dal ghibellino Oberto Pallavicino (1254); appartenne poi a Carlo d'Angiò (1271), Alberto I Scotti (1290), Matteo Visconti (1317), Galeazzo Visconti e Obizzo Landi (1322), dal quale venne ceduta al legato pontificio Bertrando del Poggetto. Nel 1336 andò ad Azzone Visconti. Alle brevi signorie di Ottobono Terzi (1404-06) e di Facino Cane (1406-12), succedettero nuovamente i Visconti e, dopo una parentesi repubblicana (1447), gli Sforza. Occupata dai francesi nel 1499, nel 1521 rientrò stabilmente tra i possedimenti ecclesiastici. Nel 1545 divenne ducato (Ducato di Parma e Piacenza) sotto la signoria dei Farnese; da quella data la storia della città si confonde con quella dello stato parmense. Passata ai Borbone nel 1748, durante la dominazione napoleonica fu capoluogo del dipartimento del Taro. Sede del ducato di Maria Luisa d'Austria, fuggita da Parma insorta (1831), nel 1860 fu incorporata nel Regno d'Italia. Nel corso della seconda guerra mondiale fu intensamente bombardata.

Arte

Di ispirazione romanico-lombarda è il duomo (1122-33), dalla caratteristica facciata a capanna, spartita da lesene e aperta inferiormente da tre portali ornati da pronao. L'interno è decorato con affreschi di L. Carracci, C. Procaccini, P. F. Morazzone, Guercino (sec. XIV-XVII). Il campanile risale al 1333. La chiesa di San Savino, di antica fondazione (sec. IV), fu consacrata nel 1107 e in seguito più volte rimaneggiata (fu riportata all'originario aspetto romanico all'inizio del sec. XX). Conserva una pregevole facciata cinquecentesca e all'interno un crocifisso ligneo romanico e un prezioso pavimento musivo decorato con segni zodiacali, entrambi del sec. XII. La chiesa di San Francesco, iniziata nel 1278, presenta sulla facciata a capanna un portale a strombo, con lunetta tardoquattrocentesca raffigurante San Francesco stimmatizzato. Notevole è la cattedrale di Sant'Antonino, del sec. IV ma rimaneggiata nei sec. XI-XIII; nel 1350 vi fu aggiunto un atrio gotico, detto “il Paradiso”, di P. Vago. All'interno, su uno degli altari lungo la navata destra, si trova una Crocifissione in terracotta policroma del Quattrocento e nella sagrestia tre polittici coevi. Il Palazzo Comunale, detto “Gotico” (1281), costituisce un capolavoro di architettura civile medievale; è coronato da merli ghibellini, aperto nella parte inferiore da uno splendido portico ad archi acuti, e caratterizzato, nella parte superiore in cotto rosso, da polifore sormontate da archi a tutto sesto. Il Cinquecento fu per Piacenza un secolo di grande fioritura artistica. Alessio Tramello fu artefice delle chiese rinascimentali del santuario della Madonna di Campagna (1522-28), affrescata all'interno, tra gli altri, dal Pordenone e dal Soiaro, di San Sisto (1499-1511, successivamente rimaneggiata) e Santo Sepolcro (1513-1533). Notevole edificio civile è palazzo Farnese (1558-93), eseguito probabilmente su disegno di F. Paciotti, cui collaborò anche il Vignola. In piazza dei Cavalli si trovano le due statue equestri di Alessandro e Ranuccio I Farnese, realizzate da F. Mochi (1620-25). Neoclassici sono il Palazzo del Governatore (1781) e il Teatro Comunale (1804), entrambi di L. Tomba.

Musei e biblioteche

Il palazzo Farnese è sede dei Musei Civici e comprende la Pinacoteca (con opere di Botticelli, Pordenone, Campi), un'esposizione di carrozze d'epoca (sec. XVIII-XIX), il Museo del Risorgimento e il Museo Archeologico. Nella Galleria di Collegio Alberoni è la Pinacoteca (con opere di Antonello da Messina, Poussin, Reni), il Museo di Scienze Naturali e l'Osservatorio Astronomico. Di grande interesse è la Galleria d'Arte Moderna “Ricci Oddi”, con sede in un'ala dell'ex monastero di San Siro, risistemato nel 1925-31; conserva opere d'arte contemporanea e in particolare del periodo 1830-1930 (Signorini, Boldini, Fontanesi, Hayez, Medardo Rosso e De Chirico). La Biblioteca Civica “Passerini-Landi”, fondata nel 1778, custodisce un'importante collezione di manoscritti e codici (di rilievo il Salterio di Angilberga, dell'827, e il Codice dantesco del 1336, il più antico con data certa).

Economia

Grazie alla sua favorevole posizione, al centro delle più importanti vie di comunicazione tra Milano, Torino, Brescia, Bologna e Genova, la città è un fiorente centro commerciale di prodotti industriali, artigianali e agricoli. Notevole è l'industria, attiva nei settori petrolchimico, robotico, tessile (filati e bottoni), della lavorazione dei metalli, dei materiali da costruzione, delle macchine industriali e dell'abbigliamento. All'agricoltura, in cui spicca la coltivazione della vite, è legata una prospera attività vitivinicola (vini DOC, tra cui il gutturnio) e conserviera. L'allevamento suino e bovino sostiene la produzione, anche artigianale, di formaggi e salumi. La città, punto di partenza per i colli circostanti, è meta di turismo culturale ed escursionistico.

Curiosità

Tra le manifestazioni che hanno luogo nella città si segnala il SIBA, Salone Internazionale del Bottone e dell'Accessorio (primavera). Vi sono nati il pittore Giovanni Paolo Pannini (ca. 1691-1765), il letterato Pietro Giordani (1774-1848), il pittore Bruno Cassinari (1912-1992), il sociologo Francesco Alberoni (1929), lo stilista Giorgio Armani (1934) e il regista Marco Bellocchio (1939).

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