Pilinszky, János

poeta ungherese (Budapest 1921-1981). Iniziò a pubblicare nel periodo universitario su diverse riviste letterarie dell'epoca (Magyar Csillag, Ezüstkor), nel 1944 venne inviato a combattere sul fronte occidentale. Redattore di alcuni periodici (Vigilia, Újhold), diede alle stampe nel 1947 la prima raccolta di liriche, Trapezio e sbarra. Dal 1949 al 1956 gli fu impedito di pubblicare, poiché le sue poesie e i suoi scritti non erano graditi al regime. Dal 1957 fino alla morte fu redattore del settimanale cattolico L'uomo nuovo. Nei versi di Pilinszky l'assenza appare come l'unica “realtà concreta” (Icone di città, 1971; Cratere, 1976; Apocrifo, 1981), ma la poesia diviene mediatrice nella realizzazione dell'unità umana. Tra le opere ricordiamo le raccolte Nel terzo giorno (1959) e Spazio e rapporto (1975); le favole in versi L'uccello d'oro (1957) e La nascita del sole (1974); le prose, pubblicate postume, di Angolo e olio (1982) e La cerimonia del punto di minimo (1984).

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