Piràmidi, Tèsti delle-

raccolta delle iscrizioni egizie nota come Testi delle Piramidi che furono scolpite sulle pareti interne di alcune piramidi a Saqqâra, presso Menfi. Questi testi compaiono per la prima volta nella piramide di Unis, l'ultimo re della V dinastia (ca. 2400 a. C.), e sono ripetuti e aumentati nelle piramidi successive di re e di regine fino alla fine dell'Antico Regno (ca. 2250 a. C.). La loro scoperta, avvenuta ancora per iniziativa di F. Mariette poco dopo il 1880, a opera di H. Brugsch e poi di G. Maspéro, ha restituito il più antico complesso di epigrafi monumentali del mondo, ricco di centinaia di versetti originali, i quali trasmettono un patrimonio religioso vivo da tempo e risalente in parte alla preistoria. Le ricerche ne hanno messo in evidenza il significato storico, per la menzione di luoghi, di culti, di usanze collegati allo sviluppo della religione e alle vicende politiche. Si tratta nell'insieme di composizioni connesse ai riti funebri, contenenti preghiere e prescrizioni, incantesimi magici e carmi profilattici, ordinati secondo una tipica interpretazione del mondo e della sopravvivenza, e riportati nelle piramidi in beneficio del faraone sepolto. È possibile che vi si riflettano episodi stessi del culto officiato nei santuari annessi alle piramidi, per il quale sono state tentate diverse ricostruzioni. Le formule non rientrano però in un corpo organico, ma risultano dall'accumulo nel tempo di rituali diversi, benché riferibili in genere all'attività dei sacerdoti di Eliopoli. La lingua di questi testi è naturalmente assai arcaica e rappresenta la più antica fase documentata dell'egiziano e delle altre lingue affini. Nondimeno essi sono espressi in una forma letteraria notevolmente elaborata, sotto il profilo lessicale, l'aspetto stilistico e la redazione grafica. Numerosi versetti continuarono a esser copiati nelle età successive all'Antico Regno e diedero l'ispirazione ai Testi dei Sarcofagi; essi furono riesumati in particolare nell'età saitica (ca. 600 a. C.), volta a studiare direttamente le origini. La prima pubblicazione dei testi noti fu rapidamente apprestata da G. Maspéro; ma l'edizione critica, con sinossi delle varianti e una traduzione dotata di ampio commento, fu intrapresa da K. Sethe. In seguito sono stati ritrovati, da G. Jéquier, altri testi in alcune piramidi minori ed è continuato il recupero dei frammenti di iscrizioni, con preparazione di edizioni in fotografia. Lo studio fondamentale della grammatica si deve a E. Edel.

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