Poelzig, Hans

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architetto tedesco (Berlino 1869-1936). Personalità di rilievo nell'ambito del Movimento Moderno, esercitò una forte influenza sullo sviluppo dell'espressionismo con la sua attività sia architettonica sia didattica (insegnò all'Accademia di Breslavia dal 1903 al 1916; all'Accademia di Berlino dal 1920, e dal 1924 alla Technische Hochschule di Berlino). Formatosi nell'ambito della tradizione legata al gusto neogotico, come attestano le sue prime opere (chiesa di Maltsch e municipio di Loewenberg, entrambe del 1906), dopo una partecipazione alla tematica del primo razionalismo tedesco di Behrens e di Loos (edifici per uffici a Breslavia, 1910) si accostò infine alla poetica dell'espressionismo sulla base di una ricerca più libera e mossa, divenendo il massimo rappresentante di quella tendenza dopo l'adesione di Mendelsohn al razionalismo. Opere come la torre-deposito d'acqua di Posen (1911) e l'industria chimica di Luban (1912), cariche di forza espressiva anche nell'uso dei materiali, costituiscono importanti anticipazioni delle realizzazioni più famose di Poelzig: il Grosses Schauspielhaus di Berlino (1919, teatro di massa per 5000 persone) caratterizzato, all'interno, da una decorazione fonoassorbente a stalattiti pendenti da una gigantesca cupola; e il Festspielhaus di Salisburgo, ispirato alla stessa libertà compositiva. Le ultime opere di Poelzig, di più severo rigore formale, denotano un suo accostamento al linguaggio razionalista.

Bibliografia

D. Sharp, Modern Architecture and Expressionism, Londra, 1966; F. Borsi, G. K. Koenig, L'architettura dell'espressionismo, Genova, 1967; B. Miller Lane, Architettura e politica in Germania 1918-45, Roma, 1973; R. Budge, The Expressionists. A Survey of Their Architecture, Londra, 1984.

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