Polmonati

sm. pl. [sec. XIX; da polmonato]. Sottoclasse (Pulmonata) di Molluschi Gasteropodi che comprende specie viventi prevalentemente in terra o nelle acque dolci. Caratteristiche principali sono la riduzione o l'assenza totale di branchie e la cavità palleale trasformata in organo respiratorio. Questo organo, detto impropriamente polmone, deriva da una trasformazione della cavità del mantello in un sacco con le pareti riccamente vascolarizzate che mediante una stretta apertura comunica con l'esterno. Il capo porta 2 o 4 antenne retrattili; il piede è in genere ampio e a forma di suola e consente così all'animale di strisciare. La conchiglia, spesso esterna, è ben sviluppata e generalmente è sottile e spiralata; in varie specie è coperta dal mantello, in altre ancora manca. I Polmonati sono animali ermafroditi e si riproducono per mezzo di uova. Tutti i Polmonati hanno subito una detorsione del sacco dei visceri, per cui la commissura viscerale non è incrociata; inoltre l'atrio cardiaco si trova quasi sempre in posizione anteriore al ventricolo. La bocca presenta una radula con numerosi dentelli e spesso delle mandibole; l'orifizio genitale si apre sul lato destro posteriormente al capo. I Polmonati sono comparsi nel Paleozoico ed ebbero il loro grande sviluppo, che continua tuttora, solo nel tardo Mesozoico. Attualmente vengono raggruppati in tre ordini: Archeopolmonati, Basommatofori e Stilommatofori. Tra i Basommatofori il genere Planorbis è la forma più nota allo stato sia fossile (Giurassico-Terziario) sia vivente. Tra gli Stilommatofori è il genere Helix quello più conosciuto dai paleontologi, ritrovandosi comunemente nelle formazioni di origine continentale di età terziaria (dune fossili).

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