Priamo, Tesoro di-

il cosiddetto Tesoro di Priamo, recuperato da H. Schliemann nel corso degli scavi condotti a Troia, tornò di grande attualità nel 1990, quando l'archeologo Lew Klein avanzò l'ipotesi che i preziosi oggetti, che Schliemann aveva donato all'imperatore Guglielmo I (il quale affidò il tesoro al Reale museo etnologico di Berlino), non erano fra le vittime delle distruzioni subite dalla città tedesca nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale, ma erano finiti a Mosca, al Museo Puskin, come preda bellica dell'Armata Rossa. Le affermazioni dell'archeologo esplosero come una vera e propria bomba, in quanto si sapeva che il Tesoro di Priamo era scomparso dalle vetrine del Museo etnologico nel 1945, dopo essere stato riposto in tre casse, nascoste in un rifugio del quale si erano perse le tracce. Ma, non molto tempo dopo la rivelazione di Klein, la rivista statunitense Art News pubblicò un reportage nel quale due esperti d'arte russi, Grigorj Kozlov e Konstantin Akinsha, producevano tre documenti, i primi due risalenti al 1945 e il terzo al 1956. Le preziose carte contenevano le descrizioni inventariali di oggetti preziosi, divisi in tre casse delle quali si attestava l'invio da Berlino, il ricevimento a Mosca e il deposito presso il Museo Puskin. Per di più cominciò a circolare una fotografia scattata nel 1945 in cui l'allora direttrice del museo moscovita, Irina Antonova – che aveva ripetutamente e categoricamente smentito l'eventualità che il tesoro si trovasse nei suoi depositi –, era ritratta proprio accanto alle casse del presunto tesoro. L'insieme delle testimonianze raccolte creò un notevole imbarazzo, rotto dallo stesso capo del governo russo Boris Elcyn nel 1993, con l'annuncio ufficiale che il Tesoro di Priamo sarebbe stato esposto in una grande mostra, prima a Mosca e poi ad Atene. La promessa è stata mantenuta e, nell'aprile del 1996, le sale del Museo Puskin hanno ospitato l'esposizione promessa. In realtà, i manufatti di proprietà russa – 259 in tutto fra recipienti, gioielli e altri manufatti in oro, argento, bronzo e altri metalli – sono solo una piccola parte delle migliaia di reperti rinvenuti da Schliemann (e oggi dispersi in oltre cinquanta musei in tutto il mondo), ma ne rappresentano il campione più pregiato. La “riscoperta” del Tesoro di Priamo ha riacceso le polemiche sulla sua legittima collocazione e Elcyn si era personalmente impegnato affinché i reperti di Troia (e altri capolavori d'arte antica e moderna), portati nell'ex URSS dalla Germania, venissero restituiti. Tuttavia, nell'aprile 1997, il Parlamento russo ha approvato in via definitiva una legge che dichiara di proprietà russa tutti i beni trafugati nell'ex Terzo Reich e ha così sancito l'attribuzione del Tesoro di Priamo al Museo Puskin.

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