Principi di economìa polìtica

opera di John Stuart Mill pubblicata in edizione originale nel 1848 con il titolo Principles of Political Economy e presente in diverse traduzioni italiane. L'opera del grande economista e filosofo inglese si propone di esporre le teorie economiche elaborate fino a quel momento, vale a dire il pensiero di Adam Smith, Thomas R. Malthus e David Ricardo arricchito dai contributi degli scrittori posteriori, accompagnandole costantemente con le loro applicazioni. Mill, che in quel periodo risentiva molto dell'influsso dei pensatori socialisti, soprattutto delle teorie dei francesi Saint-Simon, Fourier, Proudhon, si occupa a largo raggio di produzione e distribuzione, di moneta, credito, commercio internazionale e funzione pubblica. Ma la parte più interessante è sicuramente quella più personale, il Libro IV, dove indaga sull'influenza del progresso della società sulla produzione e la distribuzione. Dopo un'analisi acuta della situazione attuale, egli conclude affermando, in piena sintonia con le idee socialiste a lui care, chela società tende verso lo “stato stazionario”, verso un'era di stasi tecnica e di accumulo del capitale, priva dunque dui svilupp9o ma anche di conflitti. Non ci saranno fortune enormi, ma una diffusa ripartizione della ricchezza e i lavorati ben pagati avranno tempo libero per la propria crescita culturale.

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