Punjab o Panjab

Indice

Generalità

Regione del subcontinente indiano divisa dal 1947 tra l'India e il Pakistan. Tale divisione fu operata in base a criteri rigidamente religiosi, per cui all'India toccò la parte orientale, abitata prevalentemente da induisti, e al Pakistan la parte occidentale, abitata da musulmani. Il Punjab si estende dal corso del fiume Indo e dalla catena dei monti Sulaiman a W fino al corso del fiume Yamuna (o Jumna) a E, dai rilievi himalayani a N fino al deserto del Thar a S. È prevalentemente pianeggiante, con rilievi collinari periferici specie a W e a N, e vaste ondulazioni lungo lo spartiacque dei bacini del Gange e dell'Indo, al quale tributa con cinque fiumi (da cui il nome Punjab): Jhelum, Chenab, Ravi, Beas e Sutlej. Il clima è di tipo continentale, con estati molto calde e inverni relativamente miti; le precipitazioni variano dai 700 mm del settore nordorientale ai 150 mm dell'aridissimo settore sudoccidentale, dove l'agricoltura è possibile solo mediante l'irrigazione. La popolazione si concentra prevalentemente nelle aree irrigate dove sorgono numerosi villaggi. I maggiori centri si trovano nella fascia più elevata della pianura, lungo il margine della catena himalaiyana. L'economia del Punjab si basa sull'agricoltura (cereali, cotone, semi oleosi, canna da zucchero, agrumi), sull'allevamento degli ovini e dei cammelli, sull'artigianato e sull'industria, attiva soprattutto nei settori tessile, chimico, meccanico e alimentare. La parte pakistana del Punjab forma l'odierna provincia del Punjab; la parte indiana fa parte degli Stati del Punjab, dell'Haryana e dell'Himachal Pradesh.

Storia

In tempi antichissimi (III-II millennio a. C.) il Punjab fu sede della civiltà denominata dell'Indo, con centri principali a Mohenjo-Daro e Harappā; in seguito venne forse parzialmente incluso nell'impero di Dario I e nel 326 a. C. fu conquistato da Alessandro Magno, per passare successivamente ai Maurya, ai re greci della Battriana, ai Śaka, a dinastie iraniche, ai Kuṣāṇa, agli Unni Eftaliti: lunga serie di dominazioni, dovute al fatto che, trovandosi il Punjab ai piedi dei più importanti passi della frontiera del Nord-Ovest, fu con il Sind la prima regione indiana che le ondate di invasori riuscirono a raggiungere. La conquista musulmana del Punjab ebbe inizio nel sec. VII con gli Arabi, a cui fecero seguito i Gasnavidi, che vi rimasero dal 1021 al 1186, quando vennero sostituiti dai Goridi. Il Punjab fece quindi parte del sultanato di Delhi e dell'impero Moghūl, poi venne conquistato dai Mārāṭhā e, quando questi furono risospinti verso sud dagli Afghani di Aḥmad Shāh Durrānī, subì per qualche tempo la dominazione afghana. Intanto (seconda metà del sec. XVIII), si andavano rafforzando militarmente e politicamente i vari gruppi (misl) Sikh, seguaci della dottrina del Guru Nānak (1469-1538), che, sotto la guida di Ranjit Singh (1797-1839), estesero il territorio da essi dominato. Venuti a conflitto con gli Inglesi, i Sikh intrapresero due guerre (1845-46 e 1849) venendone sconfitti, onde il Punjab entrò a far parte dell'India britannica (2 aprile 1849). Passato sotto varie forme di amministrazione coloniale, il Punjab fu eretto in provincia autonoma nel 1937 e nel 1947 diviso su basi religiose tra India e Pakistan. Tale divisione portò a un esodo bifronte di pañjābī hindū e pañjābī musulmani per un totale di ca. 10 milioni di persone e l'odio religioso diede origine a incidenti gravissimi e a crudeli massacri.

Archeologia

I documenti della civiltà più antica nel Punjab risalgono al Paleolitico (cultura di Sohan che prende nome dalla valle omonima), mentre le attestazioni protostoriche sono concentrate nella stazione archeologica di Rupar, centro abitato fin dal 2000 a. C. e compreso nella geografia politica della civiltà della valle dell'Indo. A insediamenti successivi corrispondono le testimonianze archeologiche (ceramica nera levigata dei sec. VI-III a. C.) della stazione di Rājanpur. La particolare posizione geografica dei territori nordoccidentali del Punjab himalayano favorì fin dall'età vedica contatti con popoli diversi che vi esercitarono potere politico e influenze culturali. A Cambā in particolare restano tracce degli influssi della civiltà indiana Gupta, riscontrabili nelle sculture dei templi lignei di Brahmor e di Catrāṛhi, risalenti ai sec. VII-VIII. Altre testimonianze si riferiscono alla storia artistica del Punjab del sec. XVIII, quando nell'architettura dei Sikh (Tempio d'Oro di Amritsar) si avverte la sopravvivenza di echi della cultura musulmana, penetrata nel Punjab con la conquista dei Gasnavidi e culminata con gli splendori dell'arte dei Moghūl (sec. XVI-XVIII). Per tramiti diversi l'influenza dell'arte Moghūl fu determinante per l'affinamento stilistico delle scuole di miniatura fiorite presso le varie corti feudali del Punjab himalayano durante i sec. XVI-XVII, note stilisticamente sotto il nome di pahari (cioè pittura delle montagne) dal sec. XVII in poi.

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