Rèbora, Clemènte

poeta italiano (Milano 1885-Stresa 1957). La formazione poetica di Rebora si svolse nell'ambito della Voce. Sulle pagine della rivista apparvero infatti, intorno al 1910-11, i suoi primi articoli su problemi legati alla scuola e all'educazione (Rebora insegnava in quegli anni nelle scuole tecniche) e nelle edizioni della Voce uscì anche il suo primo volume di versi, Frammenti lirici (1913), che rivelava una problematica interiore ricchissima. Una profonda crisi esistenziale lo portò all'isolamento dalla società e dalla cultura del suo tempo e all'abbandono della poesia, quindi alla conversione religiosa: entrato nel 1931 nel convento dei padri rosminiani di Domodossola come novizio, Rebora fu ordinato sacerdote nel 1936. La sua poesia si svolge parallela al travaglio della sua vita. Nelle prime raccolte, i già citati Frammenti e i Canti anonimi (1922), il suo discorso poetico è aspro e rigoroso, di profondo impegno morale e civico. Accenti polemici di ribellione verso il mondo contemporaneo testimoniano una sofferta ansia di verità. La conversione placa e distende questo energico sentire. Dopo il silenzio degli anni della meditazione, Rebora si volge a una poesia di intenti edificanti e devoti (Via crucis, 1955; Gesù il fedele, 1956) per tornare con Curriculum vitae (1955) e Canti dell'infermità (1956) a una poesia di sofferta ricerca dell'essere, seppure ripensata alla luce dell'acquisita fede religiosa.

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