Raimóndi, Giusèppe

scrittore italiano (Bologna 1898-1985). Autodidatta, aderì al movimento dada. Nel 1918 fondò a Bologna la rivista La Raccolta e, nell'anno successivo, fu segretario di redazione de La Ronda. La raffinata lezione rondista è visibile nelle prime opere: Notizie su Baudelaire (1924), Galilei ovvero dell'aria (1926), Domenico Giordano (1928), Il cartesiano signor Teste (1928), Magalotti (1929). Diede il meglio di sé nell'autobiografia Giuseppe in Italia (1949), un diario-romanzo sullo sfondo di un agitato trentennio di storia italiana. Più apertamente narrativi sono i libri successivi (Notizie dall'Emilia, 1954; Mignon, 1955; Ritorno in città, 1958; L'ingiustizia, 1965; Le nevi dell'altro anno, 1969; Il nero e l'azzurro, 1970; Ligabue come un cavallo, 1971; La chiave regina, 1973; La lanterna magica, 1975): una narrativa che, come la pittura di Giorgio Morandi, amico e compagno di Raimondi, deriva le sue occasioni dalla frequentazione di oggetti familiari, con intensi effetti coloristici, ma è nel contempo percorsa da momenti elegiaci di abbandono sentimentale. Raimondi ha raccolto le sue pagine più dichiaratamente saggistiche nelle opere: La valigia delle Indie (1955), Lo scrittoio (1960), Grande compianto della città di Parigi (1963), Le domeniche d'estate (1963), I divertimenti letterari (1966), Le linee della mano (1972), I tetti sulla città (1977). Le giovanili esperienze di cultura pittorica di Raimondi rivivono infine nei saggi De Pisis (1954) e Anni con Giorgio Morandi (1970).

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