Rane

(greco Bátrachoi), commedia di Aristofane rappresentata ad Atene nel 405 a. C. Prende nome dal coro gracidante di rane che accompagna la discesa di Dioniso all'Ade per riportare sulla Terra, ad arricchire la scena tragica ora decaduta, Euripide morto l'anno precedente. Ma dopo una sfida tra Eschilo ed Euripide, che vede i due poeti impegnati a porre sul piatto della bilancia i propri versi, Dioniso decide di scegliere il primo, perché le sue parole, dense di valori civili, hanno un “peso” contrariamente alle vane argomentazioni euripidee. La commedia sviluppa in forma parodistica uno dei motivi dominanti del teatro aristofanesco: il rifiuto del “nuovo” (Euripide) e il vagheggiamento dell'antico, rappresentato da Eschilo nel quale si incarnano i principi di una morale e di una religione tradizionali. Dopo la prima rappresentazione alle Lenee del 405 a. C., nelle quali vinse il primo premio, è tornata sulle scene solo raramente e in occasioni particolari (spettacoli di gruppi studenteschi o rappresentazioni in teatri antichi).

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