Ratio studiorum

loc. latina (propr., ordinamento degli studi) usata in italiano come sf. Codice didattico-pedagogico della Compagnia di Gesù, composto nel sec. XVI e contenente una serie di “regole” per dirigere la disciplina e l'insegnamento nei propri collegi. Ignazio di Loyola, pur escludendo dapprima l'insegnamento dalle attività dell'ordine, intese tuttavia gli studi letterari come preparazione a quelli ecclesiastici. Sorsero così i primi collegi (1546-51). La redazione definitiva della Ratio studiorum fu compiuta da Claudio Acquaviva nel 1599 con la Ratio atque institutio studiorum Societatis Jesu che resse le scuole gesuitiche fino alla soppressione dell'ordine nel 1773. Nell'Ottocento la Ratio studiorum fu ripresa e modificata dal generale dell'ordine J. Ph. Roothan. Si ebbero poi altre modifiche, fino ad arrivare a quella promulgata nel 1954.

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