Rogliano

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comune in provincia di Cosenza (19 km), 660 m s.m., 41,36 km², 5892 ab. (roglianesi), patrono: Immacolata Concezione (8 dicembre).

Centro situato nella media valle del fiume Savuto, alle pendici della Sila Piccola. Forse abitato già in epoca preromana e romana, nel sec. IX fu meta di profughi cosentini sfuggiti all'assalto dei Saraceni. Semidistrutto dal terremoto del 1638, dal 1644 fu feudo del Granducato di Toscana dal quale si liberò nel 1647 con la rivolta di Celico. Per quattro secoli (XV-XVIII) ospitò una rinomata scuola di intagliatori di legno e scalpellini.§ L'abitato è diviso in rioni, ciascuno con la chiesa parrocchiale e una piazza con la fontana. La chiesa cinquecentesca di San Giorgio, in tufo locale, fu costruita sul sito di una chiesa romanica (sec. XI); di forme rinascimentali all'esterno, all'interno ha pregiati altari barocchi in legno intagliato. Il convento dei Cappuccini è del sec. XVII. La chiesa di San Pietro (sec. XVI), distrutta dal terremoto del 1638, venne successivamente ricostruita; l'interno, barocco, è a tre navate. La chiesa di Sant'Ippolito ha un bel portale in pietra scolpita (1709).§ L'agricoltura produce cereali, olive, ortaggi, castagne e uva da vino. Sono presenti aziende vinicole e dei settori alimentare, meccanico e dei materiali edili (prefabbricati). Vi è una cava per l'estrazione di pietrisco. Di notevole importanza sono anche il turismo e le attività commerciali, favorite dalla posizione strategica per il collegamento tra l'altopiano della Sila e la costa tirrenica.

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