Rojas Zorrilla, Francisco de-

autore drammatico spagnolo (Toledo 1607-Madrid 1648). Visse nella pittoresca e “teatrale” Madrid di Filippo IV, molto vicino alla corte, epicentro di intrighi e di fanatismo per il teatro; venne pugnalato a tradimento (1638), fu insignito della croce di San Giacomo (nonostante la vita tutt'altro che edificante), ebbe una figlia naturale, poi famosa attrice (la Bezona) che morì improvvisamente, ancora abbastanza giovane e in piena attività. Pubblicò 24 commedie proprie (in due parti, 1640 e 1645); altre, fra cui la più celebre e più rappresentata poi (García del Castañar o Del rey abajo ninguno; Al di sotto del re, nessuno), vennero pubblicate postume, come alcuni autos sacramentales e lavori scritti in collaborazione. Un luogo comune critico ascrive Rojas Zorrilla alla “scuola di Calderón". Ciò in realtà non significa molto, sia perché Rojas Zorrilla si richiamò anche ad altri autori, spagnoli (Lope de Vega, Tirso de Molina, Vélez de Guevara, i valenzani) e d'altri Paesi (per esempio il suo Los bandos de Verona ricalca Giulietta e Romeo), sia perché la sua spiccata personalità vieta di vederlo come un semplice epigono o seguace di qualche scuola. È, a volte, capriccioso e discontinuo, con un certo gusto del truculento e del barocchismo espressivo. Ma sia nel dramma sia nella commedia dimostra spesso un talento di prim'ordine; e ben lo attestano fra i drammi il citato García del Castañar, di perfetta struttura, Cada cual lo que le toca (A ciascuno il suo), con la novità di presentare la donna come “medico del proprio onore”, Morir pensando matar (Morire pensando di uccidere), Los áspides de Cleopatra, romantica tragedia d'amore, Lucrezia y Tarquino, No hay ser padre siendo rey (Non si può essere padre se si è re), El Caín de Cataluña, e altri; e fra le commedie, la famosa Entre bobos anda el juego (La partita si gioca tra sciocchi) o Don Lucas del Cigarral (molto imitata in Francia, da Th. Corneille, Scarron, ecc., e tuttora in repertorio), le divertentissime Abre el ojo (Apri l'occhio), e Lo que son mujeres (Ciò che sono le donne), con deliziose satire dei cortigiani ben noti a Rojas Zorrilla, Donde hay agravios no hay celos (Dove c'è offesa non c'è gelosia), Don Diego de Noche (la cui attribuzione non è però certa), e altre. In realtà, le evidenti preferenze di Rojas Zorrilla vanno ai temi drammatici, specie al terribile senso spagnolo dell'onore; e gli manca quasi del tutto quella fede religiosa che permise al grande Calderón di rifugiarsi nell'aldilà degli autos. Ma anche nel comico Rojas Zorrilla supera spesso il bozzettismo di cappa e spada, direttamente preludendo alla commedia settecentesca (è comprensibile quindi la sua postuma fortuna europea).

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