Rovato

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comune in provincia di Brescia (18 km), 192 m s.m., 26,26 km², 14.376 ab. (rovatesi), patrono: san Carlo Borromeo (4 novembre).

Cittadina posta presso le pendici sudorientali del monte Orfano, al margine della Franciacorta. Sorta come località fortificata sulla sommità del monte, è ricordata col nome attuale solo nel sec. XII, quando già l'abitato si andava espandendo nella pianura sottostante. Partecipò alle lotte tra guelfi e ghibellini e nel 1265 fu occupata da Carlo d'Angiò. Entrata nell'orbita veneziana nel 1385, ebbe assediato il castello dal Carmagnola (1419). Dopo il definitivo passaggio alla Serenissima (1428), godette di numerosi privilegi e fu capoluogo di vicariato minore.§ Dell'antico castello rimangono solo alcune parti. La cinquecentesca parrocchiale dell'Assunta conserva dipinti di Palma il Giovane, Antonio Paglia, Giovanni Battista Pittoni e Sante Cattaneo, oltre a un Crocifisso di Andrea Fantoni. Notevoli il palazzo Porcellaga, con torre e cinta fortificata, il barocco palazzo Rovati (sec. XVII), e gli edifici religiosi che sorgono sull'Orfano: la chiesa di Santo Stefano (sec. XV), il convento della Santissima Annunziata (1449-1503 e in seguito restaurato) e la chiesa di San Michele, con abside altomedievale.§ L'industria, favorita dalla posizione lungo la linea autostradale e ferroviaria Milano-Venezia, è molto sviluppata soprattutto nei settori alimentare, metallurgico, metalmeccanico, elettrotecnico, tessile, cartario, chimico, dell'abbigliamento, delle materie plastiche e dei materiali da costruzione. Restano tuttavia importanti l'agricoltura (ortaggi, frutta, cereali e foraggi) e l'allevamento bovino e suino: il mercato del bestiame, che si tiene ogni anno in primavera, vanta una tradizione che risale al Medioevo.

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