Rueda, Lope de-

attore e autore drammatico spagnolo (Siviglia, inizi sec. XVI-Cordova 1565). Da Cervantes (prologo delle Ocho comedias) sappiamo che era un modesto battiloro e che intorno al 1550 iniziò in Spagna una fortunata carriera di capocomico. Prima, però, aveva avuto contatti con l'Italia, attestati anche dalla sua opera di commediografo; e forse aveva fatto parte della compagnia di Muzio, un comico italiano della Commedia dell'Arte, la cui presenza a Siviglia è documentata nel 1538. Dal 1551 (anno in cui ebbe molto successo a Valladolid, tanto che il Municipio decise di costruire un primo teatro) alla morte operò comunque in Spagna alla testa della propria compagnia – una delle prime “nazionali”, se non la prima del tutto – rappresentando testi propri e altrui e interpretando, di preferenza, quattro ruoli comici: di vecchia negra, di briccone, di tonto e di biscaglino (lo attesta, ancora, Cervantes). Ma solo dopo la sua morte, nel 1567, il libraio-letterato valenzano Timoneda pubblicò le sue opere, o almeno la maggior parte di esse: 4 commedie in prosa (Eufemia, Armelina, Los engañados e Medora) e una dozzina di lavori brevi, in maggioranza pasos o intermezzi comici. A parte varie questioni critiche, è evidente la diretta derivazione delle commedie di de Rueda dal teatro italiano del primo Cinquecento. I pasos, più freschi e originali nel loro schietto popolarismo, venivano recitati ad libitum – sul modello dei “lazzi” della Commedia dell'Arte – dallo stesso de Rueda, inseriti più o meno a proposito nel contesto delle commedie. Si tratta perciò di esempi insigni di “teatro d'attore”, non destinati alla lettura. In ogni caso, l'importanza di de Rueda come “padre del teatro spagnolo” è confermata dall'opinione dei suoi più illustri contemporanei e successori, da Cervantes (che lo ammirò sinceramente) a Juan de la Cueva, Timoneda e molti altri, fino al grande Lope de Vega.

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