Sàssari (città)

Indice

capoluogo della provincia omonima, 225 m s.m., 604,60 km², 129.086 ab. secondo una stima del 2007 (sassaresi), patrono: san Nicola di Bari (6 dicembre).

Generalità

Città della Sardegna situata su un tavolato calcareo posto tra la Nurra, l'Anglona e il Logudoro. Di origine medievale, l'abitato rimase per secoli confinato entro il perimetro della cinta muraria eretta nei sec. XIII-XIV; a partire dalla seconda metà dell'Ottocento la città, in relazione alle nuove funzioni amministrative e al graduale processo di integrazione regionale, conobbe una graduale espansione urbana in tutte le direzioni e particolarmente verso SE, con l'abbattimento delle mura e del trecentesco castello aragonese. "Per la pianta della città vedi il lemma del 17° volume.Città della " "La pianta della città è a pag. 372 del 19° volume." Lo sviluppo edilizio, con moderni quartieri dalla regolare struttura a scacchiera, continuò nei primi decenni del Novecento e riprese, dopo le demolizioni del ventennio fascista, con maggiore intensità nel secondo dopoguerra, a eccezione del lato W, delimitato dalla linea ferroviaria. È sede vescovile e universitaria.

Storia

L'alta concentrazione di nuraghi e le numerose tracce di insediamenti romani testimoniano che tutto il territorio comunale fu intensamente popolato in età preistorica; in epoca romana fu soltanto un modesto borgo collegato al fiorente porto di Turris Libysonis (l'attuale Porto Torres). L'origine della città risale al Medioevo, quando, probabilmente intorno al sec. X, la zona, salubre, fertile e ricca di sorgenti, attrasse le popolazioni costiere che fuggivano i litorali, resi insicuri dalle incursioni piratesche, dall'avanzare della palude e dalla malaria, causa della decadenza e dell'abbandono anche di Turris Libysonis. Nel sec. XII (epoca alla quale risalgono i primi documenti scritti in cui la città è citata come Sassaro e Tathari), il borgo, capoluogo della curatoria della Fluminargia, nell'ambito del Giudicato di Torres, raggiunse un notevole sviluppo. Nel Duecento, mentre Pisa e Genova se ne contendevano il controllo per la sua crescente importanza commerciale, la città si rese indipendente dal giudicato: nel 1236, nel corso di una rivolta fomentata dai Doria, fu ucciso il giovane giudice Barisone III e decretata la repubblica; nel 1255, caduto il giudicato con la morte di Adelasia, sorella di Barisone III, Sassari si proclamò libero comune, sebbene sotto la protezione di Pisa; in seguito alla sconfitta di Pisa nella battaglia della Meloria (1284), Genova assunse nel 1288 il controllo della città; nel 1294, infine, nacque il comune di Sassari e furono promulgati gli “Statuti sassaresi, noti in un testo sardo-logudorese del 1316. Nel 1323, indebolita dalla lotta tra le fazioni, la città cadde nelle mani degli Aragonesi, il cui dominio fu tuttavia segnato per tutto il secolo da continue ribellioni e dal conflitto con i giudici d'Arborea, i Doria e i Malaspina. Solo con la definitiva scomparsa del Giudicato d'Arborea (1410), Sassari fu stabilmente sotto il dominio aragonese e, nel 1421, vide riconosciuti i propri privilegi di città reale e gli Statuti, che, formalmente, rimasero in vigore fino al 1771. Nel 1469 il matrimonio tra Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia diede l'avvio al lungo dominio spagnolo e alla decadenza della città, dissanguata dai gravami fiscali, impedita nei suoi traffici dall'insicurezza marittima, colpita dalla carestia e dalla peste e, nel 1527-28, ripetutamente saccheggiata dalle truppe francesi in guerra con la Spagna. Né mutamenti sostanziali si verificarono nel primo periodo del governo piemontese, subentrato a quello spagnolo nel 1720, dopo la breve occupazione austriaca. I Savoia si ostinarono a mantenere i vecchi ordinamenti feudali, alimentando così tensioni sociali che, sull'onda degli avvenimenti della Rivoluzione francese, esplosero nella rivolta antifeudale del 1795-96, duramente repressa dai piemontesi. Una ripresa vi fu sotto i regni di Carlo Felice (1821-31) e Carlo Alberto (1831-49), che promossero lo sviluppo urbanistico e incrementarono l'agricoltura. Tuttavia, nel corso dell'Ottocento, caratterizzato dallo scontro fra democratici e conservatori, non mancarono sollevazioni popolari, causate dal permanere di situazioni di disagio e di miseria. I sassaresi presero valorosamente parte agli eventi del Risorgimento e si distinsero nelle battaglie della prima e della seconda guerra mondiale.

Arte

Nella parte antica della città sorgono numerosi edifici in stile gotico catalano. Il duomo, dedicato a San Nicola di Bari, fu eretto nei sec. XII-XIII e in seguito più volte rimaneggiato; la parte superiore del campanile e la facciata (di grande effetto scenico, con portico a tre archi e parte superiore decorata con fregi, arabeschi, tralci, fiori, putti e medaglioni), che fondono mirabilmente elementi plastici classici e gotici con gli stilemi del tardo barocco spagnolo, furono rifatti nel Settecento. L'interno, con ampie volte a crociera su arcate ogivali, venne modificato alla fine del sec. XV e ancora nel sec. XVII, anche se i restauri del sec. XX hanno cercato di recuperare le forme originarie, pur mantenendo alcuni tratti barocchi; nella quattrocentesca cappella aragonese si trova il ricco Tesoro del duomo. La chiesa di Santa Caterina, eretta per i gesuiti tra il 1580 e il 1607, presenta un aspetto composito e custodisce pregevoli tele di pittori locali del Seicento. La chiesa di Santa Maria di Betlem, un tempo posta al di fuori delle mura cittadine, risale al sec. XII, ma fu in parte ricostruita nel Quattrocento e modificata nel sec. XIX; nell'interno, la cappella dei Muratori, in stile gotico aragonese, custodisce un interessante gruppo in legno e pietra del sec. XV (Compianto di Cristo Morto). La caratteristica fontana di Rosello, già nota alla fine del sec. XIII, venne rifatta in forme rinascimentali tarde nel 1605-06; è ornata da sculture raffiguranti le stagioni e sormontata dalla piccola statua di San Gavino a cavallo. Settecentesca è la chiesa di Sant'Antonio, con imponente facciata barocca; nell'interno a croce latina, con navata unica fiancheggiata da cappelle laterali, è lo splendido retablo dell'altare maggiore, in legno intagliato e dorato, con sei pannelli del pittore genovese Bartolomeo Augusto, dipinti intorno a una nicchia centrale.

Musei

Il Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” si compone di una sezione archeologica, con reperti preistorici, punici e romani, e di un'interessante sezione etnografica; comprende inoltre una pinacoteca, con dipinti di artisti italiani (come Bartolomeo Vivarini e Piero di Cosimo) e stranieri dei sec. XIV-XX. Notevole è la raccolta di costumi conservata nel Museo Etnografico “Francesco Bande”, con una bella collezione di organetti diatonici e di fisarmoniche. Nei locali della caserma La Marmora è stato allestito il Museo Storico della Brigata Sassari (unità tattica considerata uno straordinario esempio di compattezza e valore militare durante le operazioni della prima guerra mondiale), che conserva intorno alla ricostruzione di una vera e propria trincea, mappe, fotografie, residuati bellici, cimeli e uniformi. La Biblioteca Universitaria, ospitata nel Palazzo dell'Università, vanta un ricco patrimonio librario e preziose raccolte di manoscritti, codici e incunaboli.

Economia

Situata alla convergenza di importanti vie di comunicazione provenienti dall'interno e dai centri portuali di Alghero e di Porto Torres, Sassari, seconda città della Sardegna, basa la propria economia principalmente sulle attività commerciali e sul terziario pubblico. L'agricoltura produce soprattutto ortaggi, frutta, olive e cereali. L'industria opera nei settori alimentare, tessile, meccanico, poligrafico, del legno, del sughero e dei materiali da costruzione. La città è parte di un'area a forte sviluppo turistico, collegata agli scali aerei e marittimi di Alghero e di Olbia. Di rilievo è l'artigianato orafo (gioielli in filigrana), della ceramica, del legno, delle fibre tessili, del ferro battuto e del bronzo.

Curiosità e dintorni

La penultima domenica di maggio si svolge la Cavalcata Sarda, sontuosa parata, con oltre tremila figuranti a piedi e a cavallo agghindati con i tradizionali costumi dell'isola; la manifestazione è scandita da esibizioni di abilità equestre e di gruppi canori e danzanti. Il 14 agosto si celebra la Festa dei Candelieri, già documentata nel sec. XVI, in cui i membri dei nove “gremi” (le antiche corporazioni di arti e mestieri) sfilano in processione, con passo ondeggiante, ritmato dal suono di un piffero e di un tamburo, portando grandi ceri di legno dipinti e decorati con fiori, fazzoletti e nastri colorati. La città diede i natali al pittore Mario Sironi (1885-1961) e agli uomini politici Antonio Segni (1891-1972), Enrico Berlinguer (1922-1984) e Francesco Cossiga (1928). Nei dintorni sorgono i resti di due chiesette romaniche, Santa Barbara e Sant'Antonio di Noi Noi, edificate nel sec. XIII e appartenenti al villaggio medievale di Innoviu, di cui non restano più tracce. A circa undici chilometri dalla città, verso Porto Torres, è l'area archeologica di Monte d'Accoddi.

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