Sìndaco di Zalamèa, Il-

(El Alcalde de Zalamea), commedia drammatica dello spagnolo Pedro Calderón de la Barca, scritta intorno al 1642. L'opera sceneggia con vigore e abilità senza pari una tradizione dell'epoca di Filippo II, già trattata prima da altri drammaturghi (esiste un Alcalde de Zalamea attribuito a Lope de Vega), ma portata da Calderón al livello altissimo del capolavoro. Pedro Crespo, sindaco-giudice del villaggio di Zalamea, in Estremadura, riscatta inflessibilmente l'onore della propria figlia, violentata da un nobile ufficiale di passaggio, costringendo il seduttore a sposarla e quindi facendo giustiziare il colpevole; il re, nella scena finale, approva l'operato del rustico giudice, perché “l'onore è patrimonio dell'anima / e l'anima è solo di Dio”. Disegnata a pieno rilievo, la figura del giudice-contadino, esempio di alta nobiltà morale contrapposta alla brutale prepotenza della nobiltà di sangue, è una delle più forti e originali del teatro spagnolo.

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