Salvatòres, Gabrièle

regista teatrale e cinematografico italiano (Napoli 1950). Proveniente dal teatro, ha fondato a Milano nel 1972 il Teatro dell'Elfo e ha debuttato dietro la macchina da presa proprio con un musical rock d'estrazione teatrale, Sogno di una notte di mezza estate (1981). I primi successi e una certa considerazione critica gli sono arrivati però a partire dal 1989, con Marrakech Express, storia di quattro amici in cerca di un compagno bisognoso d'aiuto nel Marocco, in realtà una storia di legami sessantottini perduti e poi ritrovati. Del 1990 è Turné e l'anno dopo è arrivato un imprevisto successo internazionale, coronato da un Oscar per il film straniero, con Mediterraneo, storia di una pattuglia di soldati italiani abbandonata in un'isoletta dell'Egeo durante la II guerra mondiale. Nel 1992 ha diretto Puerto Escondido, sulle picaresche avventure di tre sbandati italiani in Messico, e nel 1993 Sud. Nel 1997 il regista ha realizzato Nirvana che, se molto deve alla letteratura cyberpunk e a film come Blade Runner, ha avuto se non altro il pregio di tentare una strada più europea e di conseguenza più remunerativa (il film è stato subito venduto in 35 Paesi). Successivamente ha girato Denti (2000), tratto da un romanzo di D. Starnone e presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e Amnèsia (2002), in cui è ritornato alle atmosfere dei suoi primi lavori. Nel 2003 ha presentato al Festival di Berlino Io non ho paura e nel 2005 ha diretto Quo vadis baby?. Come Dio comanda (2008) è un film drammatico tratto dal romanzo di N. Ammaniti, mentre Happy family (2010) è una commedia girata a Milano. Nel 2013 ha diretto Educazione siberiana, di cui ha curato anche la sceneggiatura. Tra i lavori più recenti si ricordano Il ragazzo invisibile (2014); Il ragazzo invisibile (seconda generazione) (2018); Tutto il mio folle amore (2019); Comedians (2021).

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