(Sankt-Peterburg). Città della Russia, capoluogo della provincia omonima e della provincia di Leningrado, costituisce entità amministrativa a sé, separata dalla regione omonima (di cui pure ospita l'amministrazione) e parificata alle altre regioni, 3 m s.m., 5 392 992  ab. stima 2020).

Generalità

Situata alla foce del fiume Neva nel golfo di Finlandia (Mar Baltico), su di un centinaio di isole divise da canali e collegate da oltre seicento ponti, San Pietroburgo è un nodo di fondamentale importanza per le comunicazioni stradali, ferroviarie, aeree e fluviali, essendo la Neva collegata con un vasto sistema di vie d'acqua interne (è stata ultimata la ricostruzione dell'antico canale Mariinskij, tra San Pietroburgo e Rybinsk, sul Volga). Il clima, relativamente mite per la vicinanza del mare, favorisce il traffico commerciale del suo porto, che è il maggiore del Paese ed è tenuto sempre sgombro dai ghiacci. San Pietroburgo è anche un grande centro culturale, sede di università (dal 1819), di istituti scientifici e di musei di fama internazionale. Fino al 1914 si chiamò Pietroburgo o San Pietroburgo; dal 1914 al 1924 Pietrogrado; dal 1924 al 1991 Leningrado. È la seconda città della Russia e il porto principale. Il centro storico di San Pietroburgo è iscritto dal 1990 nella lista dei monumenti Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO.

Popolazione

Nata per decreto imperiale in epoca recente (ha compiuto i tre secoli di vita nel 2003), San Pietroburgo è stata popolata per molto tempo in modo non spontaneo, da funzionari, operai e militari obbligati a trasferirvisi da altre parti della Russia. Molto meno di Mosca ha risentito l'influenza etnica dell'Oriente turco-mongolo, non essendo mai stata raggiunta da migrazioni di massa né da invasioni, ed essendo invece sempre stata orientata verso l'Europa tedesco-scandinava, da cui vennero spesso richiamati artigiani, mercanti e ufficiali. Solo negli ultimi anni dell'impero zarista e poi durante il settantennio sovietico in città cominciarono a insediarsi anche abitanti di altre etnie. Queste vicende si riflettono nella composizione etnica odierna, abbastanza omogenea con l'89% dei residenti costituito da russi. Le altre nazionalità maggiormente rappresentate sono gli ucraini (3%), gli ebrei (2,1%), i bielorussi (1,9%) i tartari (0,9%), mentre le altre comunità (lettoni, tedeschi, armeni, azeri, ciuvasci, polacchi) sono tutte molto piccole, inferiori allo 0,2% della popolazione. Il numero complessivo degli abitanti ha subìto numerose oscillazioni nel corso del tempo: in rapida crescita nei primissimi anni del Settecento, è poi diminuito fra il 1720 e il 1730 quando pareva che i progetti di Pietro il Grande dovessero essere definitivamente abbandonati; tornata poi a crescere in modo costante, la popolazione conobbe un nuovo drammatico calo durante la seconda guerra mondiale, con l'esodo di metà dei suoi abitanti e la morte di centinaia di migliaia di quelli rimasti durante i quasi tre anni di assedio tedesco. La crescita riprese poi negli anni Cinquanta per fermarsi ancora una volta verso la fine del sec. XX, parallelamente alla crisi demografica che ha investito tutto il Paese, con l'eccezione di Mosca. A partire dal 1990 la popolazione della città è in diminuzione: nel 2000 il calo naturale è stato di –40.563 persone, non compensato dal contemporaneo saldo migratorio positivo (+10.026).

Urbanistica

La prima fase di espansione edilizia della città fu impostata sulla strada rettilinea realizzata per portare i materiali con cui vennero costruiti i primi edifici pubblici, e che venne poi chiamata Prospettiva Nevskij; successivamente vennero aggiunte altre due “prospettive” (Admiralteiskij e Voznesenskij) convergenti a ventaglio sul palazzo dell'Ammiragliato. Contemporaneamente una parte della città, con industrie e cantieri, cresceva a una certa distanza, verso SW. Per molti decenni la crescita urbana andò avanti per aggiunte successive di blocchi su isole contigue, finché nel 1763 venne elaborato un nuovo piano cittadino, curato da A. V. Kvasov, caratterizzato da vie ortogonali con complessi edilizi regolari e omogenei, e venne così avviata la vera e propria urbanizzazione del difficile territorio. Dopo la Rivoluzione vennero elaborati nuovi piani regolatori della città (1919 e 1935-40) che prevedevano una fortissima espansione. In seguito alle distruzioni dell'ultima guerra la città è stata ricostruita e restaurata e una notevole attività edilizia è stata promossa dagli architetti del Soviet di San Pietroburgo (nuovi quartieri di abitazione, parchi pubblici, edifici pubblici, nuove strade, come la Prospettiva Moskovskij ecc.). Anche se la complessa natura del territorio, articolata su molte isole di diversa forma e dimensione, continua a condizionare moltissimo la forma complessiva della città, questa ha acquisito un aspetto essenzialmente radiale, con i più vecchi e densi quartieri residenziali che si estendono ad anello intorno al nucleo monumentale del palazzo dell'Ammiragliato, del palazzo d'Inverno, della cattedrale e della fortezza dei Santissimi Pietro e Paolo, sfrangiandosi e diventando via via più irregolari man mano che ci si allontana dal centro con i quartieri di nuova edilizia residenziale e con le aree industriali. Nel centro storico esiste un limite che impone un'altezza massima di 23,5 m agli edifici e in tutta la città, all'inizio del sec. XXI, non esistono grattacieli; tuttavia i costi sempre più elevati del terreno fabbricabile hanno fatto sorgere la richiesta di costruire palazzi di 20-30 piani almeno nelle zone periferiche.

Storia

La città fu fondata da Pietro il Grande nel 1703 in un territorio acquitrinoso che nel secolo precedente era appartenuto alla Svezia ed era abitato da una popolazione finnica. Dapprima fu concepita dallo zar come un avamposto fortificato di fronte agli svedesi, ma, dopo la vittoria di Poltava (1709), svanita la minaccia di questi ultimi, la città, che aveva ricevuto il nome di Sankt-Peterburg (città di san Pietro), si sviluppò rapidamente grazie anche all'apporto di artigiani e commercianti fatti venire da Pietro con varie promesse. Nel 1712 vi fu trasferita da Mosca la capitale e Pietro stesso venne a risiedervi. La scelta di una capitale così eccentrica rispetto alle regioni centrali dell'impero e apparentemente così difficile da difendere destò sorpresa; ma Pietro l'aveva destinata a divenire la porta verso l'Occidente e non aveva voluto sopravvalutare i rischi di un attacco nemico; in realtà, San Pietroburgo, pur minacciata più volte, non fu mai conquistata da forze straniere. Pietro volle affrettare il popolamento della città con ogni mezzo, anche coercitivo, ma il clima malsano e l'insufficiente organizzazione falcidiarono la popolazione che, alla morte dello zar (1725), non pare raggiungesse le 100.000 unità, rimanendo in ogni caso ben al di sotto dei calcoli del sovrano. Per parecchi anni, all'epoca di Pietro II (1727-30), il numero degli abitanti decrebbe, anche in conseguenza del trasferimento della capitale a Mosca. La zarina Anna Ivanovna (1730-40) tentò di accrescere nuovamente la popolazione di San Pietroburgo ma senza successo. Elisabetta (1741-62) riuscì invece a riportare gradatamente la città agli antichi fastigi, sia col ricondurvi la corte, sia con la costruzione di vasti parchi e grandiosi palazzi. Vi affluirono un'altra volta gli artigiani, gli artisti, i commercianti stranieri; alla morte della zarina gli abitanti erano 220.000, tra i quali gli stranieri non rappresentavano meno del 12%. La città fu cara anche a Caterina II (1762-96) e ad Alessandro I (1801-25), che ne fecero il maggior centro culturale e artistico della Russia. Nel 1812 l'invasione della Grande Armée napoleonica la risparmiò, puntando a occupare invece Mosca. Durante il regno di Nicola I (1825-55) la città, che aveva una popolazione di mezzo milione d'abitanti, fu collegata al resto del Paese con linee ferroviarie; di conseguenza fu incrementato lo sviluppo commerciale e industriale. Più vicina di tutte le altre città russe al mondo occidentale, la città maturava intanto le sue esperienze politiche. Centro del moto dei decabristi nel 1825, vide più tardi svilupparsi il malcontento politico e sociale e nascere le prime organizzazioni rivoluzionarie; nel 1905 vi ebbe luogo la dimostrazione operaia condotta dal pope Gapon nella “domenica rossa”. Nella città si svolsero gli episodi decisivi delle rivoluzioni di febbraio e d'ottobre (1917). Durante la seconda guerra mondiale fu investita nell'inverno del 1941 dall'avanzata delle truppe tedesche e sottoposta a un terribile e lunghissimo assedio (900 giorni) nel quale centinaia di migliaia di abitanti e di difensori morirono sotto le bombe o per la fame e il freddo, prima che la città venisse liberata nel 1944 dalle truppe sovietiche. Le distruzioni subite richiesero trent'anni per essere riparate. Spodestata dalla posizione di capitale a favore di Mosca nel 1918, cambiò il nome effimero (1914-24) di Pietrogrado in quello di Leningrado, per tornare nel 1991, con la fine del regime sovietico, all'antico nome di San Pietroburgo. L'Oblast del quale è capoluogo ha invece mantenuto il nome Leningrado. Il 3 aprile 2017, durante una visita in città di Valadimir Putin,  San Pietroburgo è stata colpita da un attentato terroristico di matrice islamista. Un ordigno è stato fatto esplodere su un treno in corsa nella galleria metropolitana di San Pietroburgo tra le stazioni di Technologičeskij Institut e Sennaja Ploščad', provocando 14 morti e 47 ferito. L'attentatore, un cittadino russo di etnia uzbeka nato in Kirghizistan avrebbe agito per vedicare l'intervento militare russo in Siria. 

Arte

L'architettura del primo terzo del sec. XVIII è caratterizzata da un barocco molto sobrio, con semplici facciate lisce o scompartite da pilastri. I maggiori architetti di Pietro il Grande furono lo svizzero D. Trezzini (Palazzo d'Estate, 1710-14; cattedrale dei Santissimi Pietro e Paolo nella fortezza, 1712-33; collegio dei Dodici, ora Università, sull'isola Vasilevskij, 1722-32), gli italiani G. M. Fontana, N. Michetti e G. Chiaveri, il francese A.-J. B. Leblond, i tedeschi A. Schlüter e G. Schädel (Kunstkamera di Chiaveri e altri, 1718-34; palazzo Menšikov di Fontana e Schädel, 1710). In questo primo periodo sorsero nei pressi della città ampi parchi ed edifici residenziali: Strelna di A.-J.-B. Le Blond e altri, 1711-26; Peterhof (Petrodvorec); Carskow Selo (Puškin); Oranienbaum (Lomonosov, di Fontana e Schädel, 1711-20). Intorno alla metà del secolo (ca. 1740-60) dominò la figura dell'architetto italiano B. F. Rastrelli, che diffuse uno stile rococò colorito e fastoso, affine a quello tedesco meridionale (palazzo d'Inverno, 1754-64). Contemporaneamente si ebbe una ripresa della basilica a pianta centrale con cinque cupole (cattedrale del monastero di Smolny, di Rastrelli, 1748-54; cattedrale di San Nicola, di S. I. Čevakinskij, 1753-62). I giardini e i parchi della città e dei dintorni si ornarono di padiglioni cinesi, statue, fontane (giardini d'Estate, parco di Peterhof). Dopo il 1760 iniziò una fase di transizione: le forme si fecero più semplici e castigate, pur mantenendo una grande eleganza (Accademia di Belle Arti di A. F. Kokorinov e J. B. M. Vallin de la Mothe, 1765-72; Palazzo di Marmo di A. Rinaldi, 1768-85). Dopo il 1780 si può parlare di stile neoclassico. È questa l'epoca, a cavallo tra i due secoli, del grande architetto italiano G. Quarenghi, attivo per Caterina II (Accademia delle Scienze, 1783-89; Teatro dell'Ermitage, 1783-87) e dei russi I. E. Starov (cattedrale della Trinità nella Lavra Aleksandr Nevskij, 1776-90) e V. I. Baženov (castello Michajlovskij, iniz. 1792). Nei primi decenni dell'Ottocento l'architettura, sempre più monumentale e severa, è caratterizzata da una costante preoccupazione urbanistica: gli edifici sono concepiti non isolati, ma in stretta connessione tra loro e con le vie e le piazze circostanti (la strelka dell'isola Vasilevskij, con la Borsa valori di Thomas de Thomon, 1805-10; complesso della piazza dei Decabristi con il Senato, il sinodo, il palazzo del granduca Michele, il teatro Aleksandrinskij, di C. Rossi, 1827-32). I maggiori architetti russi di questo periodo furono A. D. Zacharov (rifacimento dell'Ammiragliato, 1806-23) e A. N. Voronichin (cattedrale della Vergine di Kazan, 1801-11). Dopo il 1830 si affermarono i revival e l'eclettismo (Ermitage, di Leo von Klenze, 1839-49). Solo verso la fine del secolo, accanto al dominante classicismo, comparvero alcuni esempi di Art Nouveau (edifici di F. I. Lidval e N. V. Vasilev). La ricostruzione che ha avuto luogo nel dopoguerra e nei decenni successivi ha tenuto conto delle caratteristiche storiche degli edifici del centro, tanto da aver inaugurato un indirizzo storicistico definito “stile San Pietroburgo”, di cui uno dei maggiori artefici è l'architetto Oleg Kharchenko, divenuto nel 1992 responsabile del comitato di urbanistica e architettura.

Musei e biblioteche

San Pietroburgo possiede alcuni grandi musei. Oltre all'Ermitage, che è uno dei maggiori del mondo, si ricordano il Museo Russo (1898) dedicato all'arte russa, il Museo Storico di San Pietroburgo (1918), il Museo di Etnografia dei popoli dell'URSS (1901), il Museo di Scultura della città (che ha sede nella Lavra Aleksandr Nevskij), il Museo di Antropologia e di Etnografia Pietro il Grande (1714), il Museo di Ricerche Scientifiche dell'Accademia. § San Pietroburgo è il secondo centro, dopo Mosca, del sistema bibliotecario russo. Oltre alla biblioteca statale Saltykov Ščedrin (dal 1992 Biblioteca Nazionale Russa), gli istituti più importanti sono: la biblioteca dell'Accademia delle Scienze, con ca. 13 milioni di volumi oltre a un ricchissimo fondo di manoscritti (nel 1988 un gravissimo incendio danneggiò ca. 3 milioni di volumi, distruggendone 400.000); la biblioteca scientifica intitolata a Gorkij e Ždanov annessa all'Università, con ca. 5 milioni di volumi.; la biblioteca del Politecnico, intitolata a Kalinin, con oltre 2 milioni di volumi. Tra le più ricche del mondo nelle rispettive specializzazioni sono poi la biblioteca dell'Istituto di Pedagogia intitolata a Herzen (ca. 1.500.000 volumi) e la biblioteca teatrale intitolata a Lunačarskij (ma fondata nel 1756), con ca. un milione di testi.

Spettacolo

Le prime rappresentazioni teatrali risalgono agli inizi del sec. XVIII: sono cioè quasi contemporanee alla fondazione della città. Solo verso la fine del secolo, tuttavia, sorsero i teatri permanenti: il Bolšoj (1783) per l'opera, il balletto e le commedie più impegnative; il Malyi (1785) per gli spettacoli meno complessi; il teatro dell'Ermitage (1786) destinato in prevalenza a compagnie francesi. Nel 1832 si aprì l'Aleksandrinskij, che divenne il più autorevole teatro di prosa cittadino; nel 1860 si aprirono il Mariinskij, che presentò in prima assoluta quasi tutte le più importanti opere russe, e il Michajlovskij, destinato dapprima ai concerti e, dal 1870, sede di una compagnia drammatica francese (vi recitarono la Réjane, Coquelin, L. Guitry). Alla fine del sec. XIX e agli inizi del XX a questi palcoscenici se ne aggiunsero altri, dove trovarono spazio gli autori più avanzati e le tecniche di messinscena più innovatrici, e un buon numero di cabaret letterari, mentre si rinnovarono anche il Malyj e, soprattutto, l'Aleksandrinskij che, nel decennio precedente la Rivoluzione, ebbe come regista Mejerchold. Dopo il 1917 l'Aleksandrinskij, dal 1937 intitolato a Puškin, il Mariinskij, divenuto nel 1919 GATOB e dal 1935 Kirov e di nuovo Mariinskij dal 1991, hanno conservato il loro prestigio, l'uno nella prosa, l'altro nell'opera e, più ancora, nel balletto. Nel 1919 fu aperto il BDT, che nel 1932 prese il nome di Gorkij; nel 1920 si riaprì il Michajlovskij, divenuto nel 1926 il Malegot, specializzato in opere da camera; dal 1935 fu a lungo attivo al Komedii il regista Akimov. A partire dalla seconda metà del Novecento la città ha riaffermato la sua grande importanza in ogni settore dell'attività teatrale, dalla prosa al balletto, per cui il Mariinskij rivaleggia con il più famoso Bolšoj di Mosca.

Economia

Fin dalla nascita San Pietroburgo è stata una città eminentemente industriale, i suoi cantieri navali e i suoi arsenali sono nati insieme ai primi edifici pubblici e residenziali. Questa vocazione continua tuttora: dalle sue fabbriche esce oltre il 3,5% dell'intera produzione industriale russa, con una specializzazione in produzioni ad alto contenuto tecnologico, soprattutto nella metalmeccanica e nei settori del complesso dell'industria per la difesa. A dispetto della crisi che ha colpito questi settori dopo la fine dell'URSS, sul territorio cittadino si trovano ca. 200 imprese e istituti di ricerca scientifica appartenenti al complesso militare. Oltre il 40% della produzione complessiva della città deriva dal complesso dell'industria meccanica, molto sviluppato e diversificato, che predomina su tutti gli altri settori, nonostante l'obsolescenza di molti impianti. Al suo interno si possono distinguere i settori della cantieristica (i più importanti del Paese), delle costruzioni ferroviarie, del nucleare, dell'elettrotecnica, degli strumenti di precisione. Alcune produzioni del settore sono molto apprezzate sui mercati internazionali, come i rompighiaccio a propulsione atomica o le navi attrezzate per ricerca scientifica (ca. il 30% della produzione industriale cittadina viene esportato); altre detengono un quasi-monopolio sul mercato interno, come le turbine o le attrezzature fotografiche. Di notevole rilievo anche l'industria alimentare, che fornisce un altro 30% della produzione complessiva della città (si segnalano in particolare le aziende produttrici di birra, con una produzione tra le più importanti del mondo); ma sono presenti in modo significativo quasi tutti i comparti industriali, da quello chimico a quello del legno, della carta e dei mobili. L'economia di San Pietroburgo si appoggia inoltre anche sul turismo, richiamato dalla sua straordinaria ricchezza artistica; sulla sua funzione di fondamentale nodo di trasporti per tutti i traffici commerciali rivolti verso l'Europa occidentale; e su una crescente vocazione di centro per i servizi finanziari e la ricerca scientifica. La città, per questi aspetti, è diventata anche uno dei maggiori poli di attrazione per gli investimenti stranieri in Russia.

Curiosità

Il grande scrittore A. S. Puškin visse a San Pietroburgo gli ultimi anni della sua vita e vi morì nel 1837 in seguito alle ferite riportate in un duello; la sua casa nei pressi del fiume Moyka è oggi trasformata in museo. Tra i festival che si svolgono a San Pietroburgo i più famosi sono la Primavera musicale di San Pietroburgo, festival di musica classica internazionale, e il festival internazionale di jazz Ritmi d'autunno. Verso la fine di giugno, quando la luce rimane fino a tarda notte, si svolge il Festival di Danza delle Notti Bianche; di carattere folcloristico, con danze popolari e gare di troika. Altre manifestazioni di rilievo sono il Festival dell'inverno russo, tra Natale e l'Epifania, e l'Addio all'inverno russo, i primi di marzo.

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