Seghers, Anna

pseudonimo della scrittrice tedesca Netty Radvanyi Reiling (Magonza 1900-Berlino Est 1983). Nel 1928 entrò nel Partito comunista, nel 1933 lasciò la Germania e si rifugiò in Francia e poi nel Messico. Rientrò, a Berlino Est, nel 1947. Ebbe il premio Kleist col lungo racconto neorealista d'influenza socialista Der Aufstand der Fischer von Sankt Barbara (1928; La rivolta dei pescatori di Santa Barbara). Anche i due romanzi successivi, Die Gefährten (1932; I compagni di viaggio) e Der Weg durch den Februar (1935; La via del febbraio), hanno per tema la lotta di classe, ma è soprattutto il noto Das siebte Kreuz. Roman aus Hitlerdeutschland (1942; La settima croce. Romanzo dalla Germania di Hitler) a risultare la sua massima espressione del rigoroso ma efficace realismo socialista. Le opere posteriori alla guerra, tra cui Die Toten bleiben jung (1949; I morti rimangono giovani), Brot und Salz (1958; Pane e sale), Sonderbare Begegnungen (1973; Strani incontri), Steinzeit (1977; Età della pietra), mostrano una Seghers impegnata nell'analisi del destino del comunismo in Europa, ma spesso frenata da scrupoli di realismo cronachistico. Il grande affetto da cui è sempre stata circondata in Germania sembra essere crollato in seguito alla pubblicazione delle memorie di Walter Janka, direttore di una casa editrice, finito nel 1956 nelle mani del Ministero per la sicurezza statale (la famigerata Stasi), e “tradito” dalla Seghers nel momento del bisogno. La storia è confermata dal libro, scritto nel 1983 e pubblicato postumo Der gerechte Richter (1990; Il giudice giusto), sorta di tardiva autocondanna per non essere intervenuta in difesa di Janka.

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