Smith, Adam

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Biografia e opere

Economista scozzese (Kirkaldy, Scozia, 1723-Edimburgo 1790). Fondatore della scuola classica e fra i massimi economisti di tutti i tempi, compì gli studi universitari a Glasgow, dove ascoltò le lezioni di filosofia morale di F. Hutcheson. Docente a Glasgow, insegnò logica (1751) e, in seguito (dal 1752), filosofia morale, nel cui ambito si applicò in particolare alla trattazione dell'etica e dell'economia, conquistandosi vastissima fama. Nel 1755 fondò con altri studiosi il periodico The Edinburgh Review e nel 1759 pubblicò la sua prima opera: Theory of Moral Sentiments (Teoria dei sentimenti morali). Al 1763 risale il Draft of The Wealth of Nations (Abbozzo sulla ricchezza delle nazioni), scoperto e pubblicato solo nel 1937. Dal 1764 al 1766 viaggiò in Francia, dove conobbe i più illustri filosofi ed economisti francesi del tempo. Nel 1767 pubblicò, in appendice alla terza edizione della Theory of Moral Sentiments, il saggio Considerations Concerning the First Formation of Languages (Considerazioni sulla prima formazione dei linguaggi) e nel 1776 uscì il suo capolavoro: An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations (La ricchezza delle nazioni), che ebbe subito immensa diffusione anche all'estero. Nel 1778 fu nominato commissario per le dogane a Edimburgo, carica che occupò fino alla morte insieme a quella di rettore dell'Università di Glasgow, conferitagli nel 1787. Nel 1795 vennero pubblicati, postumi, gli Essays on Philosophical Subjects (Saggi filosofici). Per Smith l'egoismo è un fattore di ordine e di sviluppo sociale purché, come ben pone in rilievo C. Napoleoni, “nessuno, perseguendo l'interesse proprio, impedisca agli altri di perseguire il loro”, alla condizione, cioè, che “non vi siano prevaricazioni, dovute a posizioni naturali di forza ovvero a privilegi istituzionali”. Pertanto “la Ricchezza delle nazioni rappresenta il tentativo sistematico di spiegare in qual modo il libero esplicarsi delle forze individuali sul terreno economico dia luogo alla costituzione e allo sviluppo della società economica”. Partendo dalla premessa che il lavoro umano è la fonte di ogni incremento di ricchezza e fornisce il fondo dal quale vengono attinti i mezzi di consumo, Smith analizzò le cause di miglioramento delle capacità produttive del lavoro (cause che identificò nella divisione del lavoro) e il modo secondo cui il suo prodotto si distribuisce naturalmente tra le diverse categorie di popolazione. Trattò in proposito del fondamento del valore distinguendo nel prezzo delle merci tre componenti: la rendita, il salario, il profitto. Smith non ebbe una corretta teoria della rendita, che assimilò a un reddito di monopolio, e non vide la differenza fra la rimunerazione del capitale e quella dell'imprenditore; intuì però che l'aumento dei salari è legato a quello della ricchezza e che alti salari favoriscono l'incremento di produttività. Ebbe inoltre chiara la nozione di prezzo di equilibrio intorno a cui oscilla quello reale per effetto delle variazioni dell'offerta e della domanda. Abbozzò una teoria del capitale e dell'interesse e cercò di analizzare i problemi della circolazione monetaria e del credito, quelli del commercio, delle imposte. Va rilevato infine che Smith, pur propugnando l'importanza fondamentale della libera iniziativa individuale, riconobbe che essa deve essere appoggiata e integrata dall'azione dello stato, il quale ha pertanto il compito di garantire l'ordinato svolgimento dell'attività economica. Smith, considerato il “padre” dell'economia politica, merita l'appellativo per avere genialmente intuito la natura del processo economico, per aver assimilato le più importanti idee del passato e per averle rielaborate in un unico corpo organico, dove è rintracciabile ogni problema che ha formato l'oggetto dell'analisi successiva.

Bibliografia

G. Pietranera, La teoria del valore e dello sviluppo capitalistico in Adamo Smith, Milano, 1963; M. Blaug, Storia e critica della teoria economica, Torino, 1970; C. Napoleoni, Smith, Ricardo, Marx, Torino, 1970; M. Dobb, Storia del pensiero economico, Roma, 1974; S. Hollander, La teoria economica di Adam Smith, Milano, 1976; P. Barucci, Adam Smith e la nascita dell'economia politica, Milano, 1991.

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