Società dei consumi, La-

opera di Jean Baudrillard pubblicata in edizione originale nel 1970 con il titolo La société de consommation e in traduzione italiana nel 1976. In questo saggio Baudrillard analizza il sistema del consumo nella società industriale moderna. La tesi di fondo è che nella società dei consumi gli oggetti perdono il loro valore d'uso e mantengono solo un valore di scambio: diventano cioè meri segni di un codice sociale dietro i quali non si nasconde più nulla. Le scelte hanno un finto carattere personale, perché sono in realtà coatte; nella società dei consumi tutto sembra concesso, ma la libertà è fittizia e tutto è regolato da precise esigenze economiche. I mezzi di comunicazione di massa creano un'illusione di partecipazione totale agli eventi, che sono invece completamente appiattiti sul messaggio; il corpo stesso perde realtà e diventa segno esteriore del proprio valore; il tempo libero è una falsa libertà perché completamento indirizzato al consumo; l'arte infine, soprattutto la pop art, si è omologata al sistema culturale prevalente, di cui diventa ripetizione acritica. La conclusione di Baudrillard è pessimistica: alla società dei consumi non sembra esserci rimedio: ma proprio nella frase finale del libro l'autore apre uno spiraglio: “Attenderemo le irruzioni brutali e le disgregazioni improvvise che, in maniera tanto imprevedibile, ma certa, quanto il maggio del 1968, manderanno in frantumi questa messa bianca”.

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