Solària

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rivista letteraria, pubblicata a Firenze dal 1926 al 1936 e diretta da A. Carocci, cui si affiancarono come condirettori G. Ferrata (1929-30) e A. Bonsanti (1931-32). I “solariani” ereditavano dalla seconda Voce e dalla Ronda il culto dell'eleganza formale, connesso a una implicita professione di disimpegno nei confronti del regime fascista, e dal gobettiano Baretti la tensione verso una letteratura europea: di qui derivavano sia il riconoscimento di M. Proust, J. Joyce, F. Kafka, come le voci più originali della letteratura contemporanea, sia la scoperta di I. Svevo, cui fu dedicato un fascicolo della rivista. Sulle pagine di Solaria si ritrovarono le più vive forze culturali del tempo, accomunate dalla ricerca di una nuova sintesi: fra i poeti, E. Montale, U. Saba, G. Ungaretti; fra i critici, G. Contini, G. Debenedetti, S. Solmi; fra i narratori, C. E. Gadda, C. Pavese, G. Comisso, D. Manzini, E. Vittorini, A. Loria, B. Tecchi, P. A. Quarantotti Gambini. Pur nell'eterogeneità degli apporti, si possono distinguere tra i “solariani” due tendenze: da una parte, l'apertura verso i valori della memoria e la suggestione della fantasia, che ha gettato le basi teoriche dell'ermetismo; dall'altra, un'esigenza di moralità, che ha trovato il suo sbocco nel romanzo o racconto d'impianto realistico. Queste due tendenze hanno dato vita, rispettivamente, a due nuove riviste: l'ermetizzante Letteratura e il combattivo Politecnico.

Bibliografia

V. Vettori, Riviste italiane del '900, Roma, 1958; G. Scalia, Giudizio su “Solaria”, in “Letterature moderne”, X, 1960; G. Luti, Cronache letterarie tra le due guerre, Bari, 1966; R. Macchioni Jodi, Scrittori e critici del Novecento, Ravenna, 1968; S. Briosi, Il problema della letteratura in “Solaria”, Milano, 1975; V. Corti, Il mondo di Solaria”, Salerno, 1990.

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