Strétti, Questióne degli-

problemi geopolitici legati all'area dei cosiddetti "stretti" (Bosforo, Mar di Marmara e Dardanelli), la cui importanza strategica apparve evidente anche agli occhi degli antichi abitatori del Mediterraneo tanto da far nascere leggende ed epopee (per esempio, il viaggio di Giasone e la guerra di Troia) intorno a questa zona. I Romani posero in quei luoghi privilegiati il centro del loro Impero (330 d. C.); le Repubbliche marinare italiane vi lottarono a lungo per la supremazia; e finalmente l'Impero ottomano, dominatore del Mediterraneo orientale e del Mar Nero, sottrasse gli stretti a ogni pretesa e contesa di altri popoli. Ma la sua decadenza, già palese sul finire del sec. XVII, doveva riaprire la questione e alimentare le speranze del nascente Impero russo. Motivazioni religiose e considerazioni politico-economiche spingevano lo zar Alessandro I a progettare un'azione militare contro gli stretti; e questo primo progetto aprì, con la questione d'Oriente, la questione degli stretti. Da un lato, una Russia convinta che il prossimo crollo ottomano le consentisse di divenire la prima potenza navale del Mediterraneo, con un Mar Nero precluso a ogni attacco altrui; dall'altro lato, l'Inghilterra, decisa a escludere la Russia dal Mediterraneo proprio attraverso il rafforzamento dell'agonizzante Impero ottomano e la chiusura ermetica dei suoi stretti; in mezzo, la Turchia stessa, desiderosa di respingere la pressione russa ma incapace di riuscirvi senza l'assistenza inglese. Come si vede, la questione degli stretti è parte integrante della questione d'Oriente, pur interessando soprattutto le potenze navali miranti alla preminenza nell'area mediterranea. La fase più recente e più “calda” della questione degli stretti ebbe inizio nel 1833, quando la Russia, intervenuta prima contro la Turchia (insurrezione greca), poi a suo favore (conflitto turco-egiziano), ottenne col Trattato di Hünkār Īskelesi (Unkiar-Skielessi) che gli stretti fossero aperti alla flotta russa e chiusi alle altre. La reazione britannica portò a una generale Convenzione degli stretti (1841), che li sbarrava a tutte le navi da guerra. Gli sforzi della Russia per ricuperare il terreno perduto fallirono più volte (trattati di Parigi, 1856, e Berlino, 1878); ma, alla fine del secolo, la sua grande rivale non era più la Gran Bretagna, bensì la Germania, atteggiatasi a protettrice del sultano. Di qui il crescente disinteresse inglese: nella prima guerra mondiale, la Russia ottenne da Londra mano libera sulla zona degli stretti, ma il suo crollo precedette quello dell'Impero turco. Il Trattato di Sèvres (1920) tolse alla Turchia sconfitta ogni influenza sugli stretti, aperti ormai alle navi da guerra di qualsiasi potenza ma in pratica controllati dalla flotta britannica. La risurrezione della Turchia (1922-23) permise tuttavia a questa nazione di riavere (Trattato di Losanna, 1923) la piena sovranità sugli stretti, pur con l'obbligo della smilitarizzazione, e di ottenere più tardi (Conferenza di Montreux, 1936) il riconoscimento del suo diritto a riarmare l'intera zona. Invano, dopo la seconda guerra mondiale (1946), l'URSS chiese di riconsiderare il problema.

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