Stresemann, Gustav

uomo politico tedesco (Berlino 1878-1929). Esponente della borghesia industriale liberale e nazionalista, entrò nel Reichstag nel 1907 e nel 1917 prese il posto di E. Bassermann alla guida del Partito liberalnazionale. Nel 1918, per contrasti insorti in seno a quest'ultimo, fondò il Deutsche Volkspartei, portavoce della destra moderata; votò contro il Trattato di Versailles propugnando una politica di resistenza passiva. Dall'agosto al dicembre 1923 fu a capo di un governo di larga coalizione e avviò un processo di risanamento finanziario e di pacificazione interna, con provvedimenti autoritari sia contro i comunisti, che erano al governo in Sassonia e in Turingia, sia in reazione al putsch tentato da A. Hitler e E. Ludendorff in Baviera nel novembre di quello stesso anno. Negli anni successivi mantenne in vari governi il Ministero degli esteri. La sua politica di pace, in particolare nei confronti della Francia, sviluppatasi attraverso la Conferenza di Londra (1924), i Patti di Locarno (1925) e gli accordi con l'URSS (1926), condusse alla soluzione del problema della Ruhr e all'ingresso della Germania nella Società delle Nazioni. Nel 1926 gli venne conferito il premio Nobel per la pace.

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