Tamil Nadu

stato federato (130.069 km²; 58.840.000 ab. stima 1994; capitale Chennai) dell'India, nell'estremo settore sudorientale del Deccan; si affaccia al golfo del Bengala a E, allo Stretto di Palk e al golfo di Mannar a SE e confina con gli stati federati dell'Andhra Pradesh a N, del Karnataka a NW e del Kerala a W. Lingua principale è il tamil e la religione maggiormente professata è l'induista, cui seguono la cristiana e la musulmana. Il Tamil Nadu è pianeggiante a E e SE, dove si estende il vasto apparato deltizio del fiume Cauvery, collinare nel settore centrale (Melagiri Hills, Shevaroy Hills, Pachaimalai Hills) e montuoso a W (Nilgiri Hills, 2637 m): i fiumi principali sono il Ponnaiyar, il Cauvery e il Vaigai. Il clima è di tipo tropicale, con elevate temperature in ogni stagione e abbondanti precipitazioni monsoniche concentrate in ottobre-dicembre. Risorse economiche fondamentali sono l'agricoltura (cereali, canna da zucchero, semi oleosi, cotone, tabacco, tè, caffè, pepe), lo sfruttamento forestale (caucciù, legname, sandalo, bambù) e del sottosuolo (manganese, oro, mica, bauxite) e la pesca; le industrie (tessili, alimentari,chimiche, del cemento, del vetro, del tabacco, meccaniche, conciarie) sono concentrate nella capitale e nelle città di Madurai, Coimbatore, Salem e Tiruchirappalli. Fino all'8 aprile 1967 si chiamò Madras; dall'8 aprile 1967 all'agosto 1968, Tamizhagam. § I principali centri artistici di questo stato (Kanchipuram, Mahabalipuram, Sittannavāsal, Tānjor, Tiruchirappalli, Gangaikondacolapuram, Cidambaram, Śrīrangam, Madurai) illustrano le differenti tradizioni stilistiche manifestate, nello svolgimento dell'arte dell'India meridionale, dalle varie dinastie che si succedettero per oltre un millennio dopo la scomparsa dell'impero Andhra (250 d. C.), a cominciare da quella dei Calukya, che sulle tradizioni estetiche Gupta realizzò i primi modelli di architettura costruita all'aperto (Aihole) da cui si sviluppò poi (sec. VI-VII) l'ordine architettonico dravidico nel Mysore, all'arte dei Pallava, che in coincidenza cronologica espresse queste nuove tendenze nei templi di Mahabalipuram e di Kanchipuram (sec. VII-VIII). Ereditaria delle tradizioni Cālukya e Pallava fu l'arte dei Cola che si affermò nei templi di Tānjor e di Gangaikondacolapuram (sec. X-XI). L'evoluzione dell'architettura costruita, nella precisa impostazione dei nuovi ordini e nelle differenti tipologie e funzioni del tempio indiano, ebbe immediati riflessi su quella rupestre, la cui tradizione si prolungò fino al sec. VIII (santuario giainico decorato con affreschi a Sittannavāsal, santuari indù a Tiruchirappalli). All'arte dei Cola succedette quella dei Pandya, che ne diede un'interpretazione amplificata e appesantita (Cidambaram e Śrīrangam, sec. XII-XIII). In un'eccezionale continuità di forme e di tradizioni l'architettura dell'India meridionale trovò nuove espressioni di originalità durante il regno di Vijayanagar (monumenti a Śrīrangam, sec. XVI) e quello successivo dei Nāyak (tempio sivaita a Madurai, sec. XVII).

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