Tanucci, Bernardo

giurista e uomo di Stato (Stia, Arezzo, 1698-Napoli 1782). Invitato a Napoli dal re Carlo III di Borbone e nominato ministro della Giustizia (1752), poi degli Esteri (1754), divenne il suo consigliere nel rinnovamento dell'amministrazione dello stato, acquistando un grande prestigio, che conservò anche quando a Carlo, chiamato sul trono di Spagna (1759), succedette Ferdinando IV. Seguendo i principi illuministi attuò molte riforme per contenere i privilegi feudali e soprattutto ecclesiastici: abolì l'Inquisizione, alcuni ordini religiosi, la manomorta, il foro ecclesiastico e le immunità fiscali. Tecnico dell'amministrazione, creò dal caos un saldo ed efficiente apparato statale, ma la sua formazione eminentemente giuridica non lo aiutò nelle riforme economiche e sociali necessarie e richieste da alcuni illuministi meridionali. Tale manchevolezza fu drammaticamente messa in evidenza dalla carestia del 1764. Insidiato dalla regina Maria Carolina, desiderosa di sottrarre il regno alla sudditanza spagnola, fu allontanato dal governo (1776).

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