Tiriòlo

comune in provincia di Catanzaro (19 km), 690 m s.m., 28,98 km², 4073 ab. (tiriolesi), patrono: Madonna della Neve (5 agosto).

Centro della Sila Piccola, situato su una collina che domina il golfo di Squillace (sul mar Ionio) da una parte e quello di Sant'Eufemia (sul mar Tirreno) dall'altra. Forse fondato dagli Enotri in un territorio già abitato nel Neolitico e durante l'Età del Ferro (come testimoniano numerosi reperti), fu abitato dagli Ateniesi (sec. IV-III a. C.); divenne poi baronia dei De Reggio e possesso dei Ruffo fino al 1464, dei Carafa di Nocera (1496) e dei Cicala (1610).§ Il paese è dominato dai resti del castello (di origine normanna, ma rimaneggiato in epoca angioina e aragonese): un mastio quadrangolare con tre torri cilindriche e una quadrata. Nella piazza Italia, centro della vita cittadina, sono l'ottocentesco palazzo Alemanni e la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie. Nel centro si trovano alcuni palazzetti gentilizi (sec. XVIII-XIX), con eleganti balconi in ferro battuto e portali coronati da stemmi o maschere apotropaiche, secondo un'usanza di lontana ascendenza magnogreca. L'antiquarium comunale raccoglie un'interessante collezione di reperti di provenienza locale: statuette fittili, monete, epigrafi, ceramiche, frammenti architettonici e bronzi vari; vi si conserva anche una copia in bronzo (l'originale è a Vienna) del Senatus Consultum De Baccanalibus del 186. a. C. relativo al divieto di tenere baccanali nell'Italia federata.§ L'agricoltura si basa sulla coltivazione di grano, mais, alberi da frutto, olivi e viti (con produzione di olio e vino). Imprese manifatturiere operano nei settori edile, sanitario, del legno (mobili e infissi), dei materiali da costruzione e della lavorazione del ferro. È tuttora vivo il tradizionale artigianato della ceramica e dei vancali, scialli di seta, lana o cotone realizzati con telai a mano. Il centro è meta di villeggiatura e di turismo culturale ed escursionistico.