Descrizione generale

Satellite di Saturno, il primo scoperto, nel 1655, da C. Huygens. Con i suoi 5150 km di diametro, è il più grande satellite del Sistema Solare (maggiore del pianeta Mercurio), un astro rivoluente in 15,95 giorni alla distanza media di 1.480.560 km dal pianeta lungo un'orbita pressoché circolare e complanare all'equatore saturniano. Con Saturno in opposizione, la magnitudine visuale di Titano raggiunge 8m,4. Con osservazioni fatte da Terra, era noto da tempo che un'atmosfera stabile – unico esempio fra i corpi minori del sistema – avvolge il satellite. Successive osservazioni dallo spazio (sonde Voyager, telescopio Hubble) eseguite anche nell'infrarosso, suggerivano che la torbidità atmosferica del satellite potesse venir attribuita a una fitta nebbia di goccioline di azotoe di metano che l'ultravioletto solare polimerizza parzialmente in un aerosol di smog, mentre il restante precipita al suolo come pioggia, andando a formare laghi più o meno vasti di sostanze liquide. Prima dell'esplorazione della sonda Huygens, l'aspetto orografico del satellite era stato ricostruito in modo pressoché integrale, anche con il ricorso a sondaggi radar eseguiti dalla Terra, con una risoluzione spaziale di 500 chilometri. Risultava così palese la natura difforme dell'emisfero avanzante (nel senso dell'orbitazione intorno a Saturno) rispetto a quello antipodico. Quest'ultimo mostrava una struttura chiara e brillante, vasta quanto l'Australia, probabilmente una regione elevata (forse un continente) ricoperta in permanenza di nubi.

L’atmosfera e la superficie di Titano

Il 14 gennaio 2005, la sonda europea Huygens, liberata dalla sonda Cassini in orbita attorno a Saturno, ha attraversato l'atmosfera del satellite e si è posata dolcemente sulla sua superficie, soffice come terra bagnata, mandando alla Terra dati dettagliati sulla sua atmosfera e fotografie del suo suolo. L'atmosfera d'azoto e di metano di Titano è flagellata da forti venti occidentali, veloci circa 400 km/h, che hanno anche sferzato la sonda Huygens mentre essa discendeva verso il pianeta. Si sono però ridotti a una dolce brezza quando la sonda si è posata sulla soffice superficie della luna gigante. Le fotografie scattate e le immagini inviate hanno permesso di ricostruire un paesaggio in cui montagne e “fiumi” di idrocarburi si alternano ad aree pianeggianti formate da ghiaccio e sassi. Il lavoro di analisi dei dati ha riguardato principalmente lo studio di alcuni composti organici simili a quelli terrestri, che riforniscono continuamente di metano l'atmosfera. È possibile, anche se non probabile, infatti, che la fonte di metano di Titano risieda proprio in forme di vita. Se la vita dovesse effettivamente essere presente, più che in superficie, la cui temperatura troppo bassa (ca. -170 °C) non ne consente l'esistenza, dovrebbe trovarsi all'interno di un oceano di acqua liquida e di ammoniaca (15%), profondo 300 km, che potrebbe esistere a circa 100 km sotto la superficie.

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