Ulisse (letteratura)

(Ulysses). Romanzo dello scrittore irlandese J. Joyce, scritto a più riprese tra il 1914 e il 1921 e pubblicato a Parigi nel 1922. Quest'opera ha un posto fondamentale nella storia del romanzo: essa segna il punto decisivo di rottura con la tradizione ottocentesca, spezzando le strutture del linguaggio e gli schemi intellettuali che lo limitavano e lasciando irrompere attraverso il flusso di coscienza il caos del subcosciente inesplorato con una libertà e un'audacia per quel tempo assolute. La trama riproduce una giornata qualunque di Mr. Bloom, un ebreo dublinese procacciatore di pubblicità, senza figli e tradito dalla moglie, che vaga alla ricerca di un figlio, mentre il giovane artista Stephen Dedalus, tormentato dal rimorso per la morte della madre, è alla ricerca di un padre spirituale. La storia ricalca l'antico mito omerico e trasforma il protagonista in una specie di antieroe moderno, combattuto fra le misere contraddizioni della vita quotidiana. Ma qui non ha importanza la trama, come susseguirsi di avvenimenti e d'incontri: ciò che conta è la descrizione minuziosa di Dublino, con le sue strade, bar, ospedali, cimitero, biblioteca, l'accurata orchestrazione dei dialoghi, l'umanità dei personaggi e soprattutto l'uso sottile delle alternanze dei piani stilistici (dal monologo interiore al flusso di coscienza, e alla parodia degli stili più vari). Alla fine della giornata e del romanzo ci si rende conto che la prospettiva si è allargata e Ulisse arriva ad abbracciare ogni aspetto della totalità dell'esperienza umana: il microcosmo Dublino è allusivo del mondo intero, il dramma dei singoli personaggi diventa il dramma di ognuno, alla ricerca di se stesso e di una definitiva presa di coscienza.

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