Vávra, Otakar

regista cinematografico ceco (Hradec Králové, Boemia, 1911-Praga 2011). Già noto nell'anteguerra per i suoi film di derivazione letteraria e teatrale, intimisti come Verginità (1937) o in costume come La corporazione delle vergini di Kutná Hora (1938), firmò nel 1949 un notevole affresco neorealista sull'insurrezione di Praga, La barricata muta, una delle opere migliori della Resistenza europea. Sviluppando in seguito la tendenza storica, giunse nel 1955-57 al gelido accademismo della “trilogia hussita” (Jan Hus, Jan Žižka, Contro tutti) dal ciclo di romanzi di A. Jirásek. Si meritò comunque un posto anche nella “nuova ondata” degli anni Sessanta, sia come maestro delle giovani leve, quale direttore della facoltà del Cinema di Praga, sia con due amare introspezioni psicologiche: Zlatá reneta (1965; La renetta d'oro) e Romance pro křídlovku (1966; Romanza per flicorno). Girò in seguito Třináctá komnata (1968; La stanza proibita), Dny zrady (1972; I giorni del tradimento), Sokolovo (1974), Osvobození Prahy (1976; La liberazione di Praga), Temné slunce (1980; Sole nero) e Oldřich a Božena (1985; Il principe e la fanciulla).

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