Vérdi, Federazióne dei-

organizzazione nata nel dicembre 1990 dalla fusione dei due principali filoni nei quali si è caratterizzata l'attività politica dei militanti ecologisti. Da tempo presenti nel dibattito politico attraverso le battaglie e le denunce di varie associazioni ambientaliste quali la Lega Ambiente, Italia Nostra, Amici della Terra, WWF ecc., fu solo nelle amministrative del 1985 che gli ecologisti si misurarono in prima persona anche sul terreno elettorale. Il discreto successo riportato in quell'occasione dimostrava l'esistenza di uno spazio politico autonomo dell'impegno in difesa dell'ambiente, ciò che portava le varie realtà a definire una forma di coordinamento nazionale che veniva formalizzato nel 1986 con la costituzione della Federazione delle liste verdi. Promotori di battaglie intransigenti contro la proliferazione delle centrali nucleari, così come contro l'uso dissennato del patrimonio naturale e in difesa degli animali, i verdi, con il simbolo del “Sole che ride”, si presentarono alle politiche del 1987 cogliendo una nuova affermazione (13 deputati e un senatore). La valenza politica generale dell'impegno verde venne confermata anche dalla vittoria nel referendum contro il nucleare (novembre 1987). Alla fine degli anni Ottanta si verificò il distacco di alcuni parlamentari demoproletari e radicali maggiormente sensibili alle tematiche ecologiste, che dettero vita al raggruppamento dei Verdi Arcobaleno. Nelle elezioni europee e in quelle amministrative del 1990 i due gruppi si presentarono separatamente con discreti risultati, ma senza ottenere un significativo avanzamento. Ciò indusse le varie anime dell'“arcipelago verde” a riunificare le forze nella Federazione dei Verdi con il simbolo del “Sole che ride”. In occasione delle prime elezioni celebrate con il sistema maggioritario1994), i Verdi si presentarono con lo schieramento di sinistra, i Progressisti. Sostenitori del governo di tecnici succeduto a S. Berlusconi e presieduto da L. Dini (gennaio 1995-aprile 1996), essi entrarono a far parte della coalizione dell'Ulivo con la quale vinsero le elezioni politiche del 1996. Organizzati in modo non tradizionale e contrari a una leadership troppo personificata e a una struttura troppo rigida, i Verdi preferirono quindi affidarsi a un portavoce che, dal 1996, era Luigi Manconi. Tuttavia, nel Congresso tenutosi a Fiuggi nell'aprile 1998, la Federazione dei Verdi decise di trasformarsi in Partito dei Verdi, guidato da un ufficio politico composto di dieci persone. Portavoce rimase L. Manconi, poi sostituito da Grazia Francescato. Uscito profondamente ridimensionato quantitativamente dalle elezioni politiche del maggio 2001, il partito operò una totale rifondazione eleggendo come proprio presidente l'ex ministro Alfonso Pecorario Scanio; alle legislative del 2006 raccolsero il 2,1% alla Camera e il 4,2% al Senato, dove si presentarono insieme ai Comunisti Italiani. Nel novembre 2006 il congresso del partito, oltre a eleggere nuovamente Pecoraro Scanio come presidente, si dette come obiettivo per il futuro la costruzione di un partito del clima e di una nuova economia. Nel 2008 il partito si presentò alle elezioni legislative con il cartello elettorale Sinistra Arcobaleno. Nel novembre del 2009 una parte de i Verdi è confluita nel movimento Sinistra Ecologia Libertà.

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