Vanini, Giùlio Césare

filosofo e medico (Taurisano, Lecce, 1585-Tolosa, Francia, 1619). Frate carmelitano, aderì poi all'anglicanesimo, ma presto tornò al cattolicesimo. Spirito irrequieto e intemperante anche nel pensiero, vagò da Aristotele a Pomponazzi e a Cardano, mettendo assieme nel suo Amphiteatrum (1615) e nel De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis (1616) un insieme di cose divine e magiche con una critica incontrollata a tutte le varie correnti filosofiche. Morì sul rogo come ateo, libertino e bestemmiatore; altri lo venerarono come “libero pensatore”.

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