Virchow, Rudolf

patologo, antropologo ed etnologo tedesco (Schivelbein, Pomerania, 1821-Berlino 1902). Insegnò nelle università di Würzburg e, dal 1856, di Berlino occupandosi soprattutto di patologia e istopatologia che rinnovò nell'impostazione e nei metodi di studio. A lui si deve l'elaborazione della “patologia cellulare” (1855), cui pervenne approfondendo gli studi di M. J. Schleiden e T. Schwann e le indicazioni di anatomia patologica di G. Morgagni. Con tale teoria, considerata una svolta fondamentale nella storia della medicina, Virchow affermò che la cellula è l'elemento morfologico ultimo di tutti i fenomeni vitali sia nel sano sia nel malato, aprendo nuove prospettive non solo in campo eziopatogenetico ma anche in quello terapeutico. In particolare, diede un valido contributo alla conoscenza dei fenomeni d'infiammazione e di genesi del cancro, considerato come proliferazione sregolata di cellule. Ha compiuto inoltre vaste ricerche di etnologia, archeologia preistorica e come antropologo ha lasciato fondamentali studi sul cranio umano (Crania ethnica Americana, 1892). Virchow si occupò anche di politica, aderendo a posizioni liberali progressiste e combattendo O. Bismarck anche dai seggi della Camera dei deputati, cui fu eletto due volte.

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