Vita (letteratura)

opera autobiografica di B. Cellini, pubblicata per la prima volta nel 1728. Suggestionato dalla lettura della Vita di Michelangelo redatta da A. Condivi e dalle Vite di G. Vasari, Cellini fa coincidere il culto dell'arte con il culto della propria personalità e considera egualmente memorabili i fatti artistici e quelli extra artistici della sua irrequieta esistenza. In un groviglio inestricabile di verità e di millanteria, le sequenze narrative dell'opera finiscono con l'assumere il ritmo di un racconto picaresco. In parte scritta di proprio pugno, in parte dettata a un garzone di bottega, la Vita rivela uno stile incisivo ed energico, dotato di una colorita vena popolaresca e caratterizzato da inversion, anacoluti e sconnessioni sintattiche, che costituiscono una felice e geniale deviazione dalle norme del classicismo rinascimentale.

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