comune in provincia di Pavia (31 km), 96 m s.m., 63,28 km², 38.183 ab. (vogheresi), patrono: san Bovo (22 maggio).

Generalità

Città posta sul corso del torrente Staffora, in una posizione favorevole per le comunicazioni stradali e ferroviarie; è il centro più importante e il punto di riferimento, per servizi e infrastrutture, dell'Oltrepò Pavese.

Storia

Importante centro urbano fin dall'antichità, abitata dagli Iberici e dai Liguri Iriati (da cui il nome Iria), poi fiorente colonia romana e sede di mercato, decadde alla fine dell'età imperiale e divenne un modesto villaggio, Vicus Iriae, da cui deriverà Viqueria e quindi il nome attuale. Durante l'alto Medioevo appartenne al comitato e ai vescovi di Tortona; fu incendiata da Federico Barbarossa nel 1158 e in seguito si diede statuti comunali, ma nel sec. XIII tornò sotto Tortona. Dalla fine del Duecento fu duramente contesa fra i marchesi del Monferrato e i Visconti, che la conquistarono definitivamente nel 1364, fortificarono il castello nel 1377 e l'infeudarono ai Beccaria nel 1406. Nel Quattrocento ebbe molti signori, tra i quali Luigi XII di Francia, passando ai Dal Verme nel 1523; nel 1748 fu annessa ai domini sabaudi e fu capoluogo di provincia fino al 1859, conoscendo un rapido sviluppo commerciale e industriale. Nel 1918 vi sorse un'importante officina ferroviaria (Officina Grandi Riparazioni).

Arte

Il castello visconteo fu eretto tra il 1367 e il 1372: l'ala a N fu trasformata in palazzo nel Settecento, ospitando un tribunale e un archivio, mentre il lato fortificato a S fu adibito a carcere; recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce affreschi del Bramantino. Il duomo di San Lorenzo, ricostruito su un edificio romanico nel 1605, con facciata del 1881 di Carlo Maciachini, conserva un affresco, preziosi paramenti sacri e antifonari del sec. XV, e sorge al centro di una vasta piazza porticata, sede da secoli del più importante mercato dell'Oltrepò. La chiesa di Santa Maria delle Grazie, molto restaurata, risale al 1492; il neoclassico palazzo Gounela (sec. XIX) è sede del Comune; il Teatro Sociale, di Gioachino Dell'Isola, è del 1845. La chiesa romanica di Sant'Ilario (fine del sec. XII), nota anche come “chiesa rossa”, nel 1956 è stata trasformata in tempio sacrario della Cavalleria italiana. In un'ala dell'imponente ex caserma di Cavalleria, eretta nel 1858 su disegno di P. Cornaro, è ospitato il Museo Storico, istituito dall'Associazione Nazionale del Fante, che contiene fra l'altro una biblioteca di argomento militare, una ricchissima fototeca e un archivio di documenti rari e inediti.

Economia

L'economia si fonda prevalentemente sull'industria, che opera nei settori metalmeccanico (macchine utensili e per ufficio, apparecchiature mediche e carpenterie), cartario, estrattivo (cave d'argilla), alimentare (conserve, liquori e dolciumi), dell'arredamento (mobili, lampadari e materassi), della lavorazione delle materie plastiche, della gomma e del legno, dei componenti per l'edilizia (serramenti, laterizi e prefabbricati) e dell'abbigliamento. Sono presenti centri commerciali e depositi logistici. Fiorente è anche l'agricoltura, che produce cereali, ortaggi, uva, frutta, barbabietole da zucchero e foraggi; è attivo il florovivaismo.

Curiosità

Da oltre sei secoli nella festività dell'Ascensione si svolge una grande fiera mercantile. La città ha dato i natali al geografo e geologo Mario Baratta (1868-1935), allo scrittore Alberto Arbasino (1930) e allo stilista Valentino Garavani (1933).

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