Watteau, Antoine

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pittore francese (Valenciennes 1684-Nogent-sur-Marne 1721). Alla sua formazione e attività giovanile, faticosamente ricostruita sulla base di pochi documenti e di una raccolta di incisioni edita da Julienne, biografo dell'artista (Figures de differents caractères, 1726-38), è difficile riconnettere in un unico percorso l'originale produzione matura. Allievo nella città natale del pittore Gérin, Watteau giunse a Parigi intorno al 1702; impegnato dapprima in una bottega del Pont-Notre-Dame come copista di tele fiamminghe e olandesi, assai di moda in quel tempo, venne in seguito in contatto con la cerchia dei Mariette, fulcro della reazione all'arte ufficiale di Luigi XIV, e col decoratore C. Gillot, ricevendone sollecitazioni a nuove ricerche. Nel 1707 entrò nello studio del decoratore C. Audran, col quale collaborò ideando arabeschi e grottesche per i castelli di La Muette e di Meudon e che, conservatore del Palazzo del Lussemburgo, gli permise di studiare la pittura di P. P. Rubens, il cui influsso ebbe gran peso nella sua formazione. Nel 1709, durante un breve soggiorno a Valenciennes con J.-B. Pater, dipinse tele con soggetti militari. Fu a Parigi, tra il 1710 e il 1715, che si definirono sia la tematica dell'artista, che dal genere fiammingo dei soggetti rustici e campestri (Danza rusticana, Londra, collezione privata) spostò la sua attenzione ai soggetti galanti e ispirati al teatro, sia la sua poetica e il suo stile: il colore e il tocco di Rubens, la pittura veneta, una vena antiaccademica alimentata dall'amicizia con Ch. de La Fosse, l'interesse per le manieristiche eleganze della scuola di Fontainebleau e per la natura studiata dal vero sono gli elementi fusi e trasfigurati dal linguaggio maturo di Watteau. In quest'ambito si collocano le opere più alte, dal Pellegrinaggio all'isola di Citera (1717, Parigi, Louvre) alla Riunione sotto una loggia (1717, Londra, Dulwich College), dalle Riunioni campestri di Berlino, Parigi, Dresda, Londra alla Famiglia di Mezzettino (1717, Londra, Wallace Collection), a Gilles (1717, Parigi, Louvre), dall'Imbarco per Citera (1718, Berlino, Charlottenburg) alle due tele con Attori della Commedia francese e Attori della Commedia Italiana (1718, Berlino, Staatliche Museen), al Giudizio di Paride (1720, Parigi, Louvre); la naturalezza e la sottile eleganza delle trame compositive, la pittura vaporosa ed evanescente evocatrice d'atmosfere languide, il tenue effondersi dei sentimenti sottolineato da gesti discreti fanno delle “feste galanti” di Watteau un genere destinato a influenzare tutto il Settecento, ma anche un episodio unico per l'allusiva profondità di contenuti umani. Raggiunto il successo, l'artista fu circondato da epigoni e imitatori, da Pater a N. Lancret, da Huet a de Bar, da P. Mercier a J.-F. De Troy, la cui feconda attività ha generato problemi attributivi aggravati dall'insufficienza delle fonti e dal fatto che il maestro non usava firmare le sue opere. L'Insegna di Gersaint, considerato il capolavoro di Watteau (1720; Berlino, Charlottenburg) segna una più precisa adesione alla realtà e un'immediatezza entro cui si riassorbe ogni geniale artificio. "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 7 pp 334-3367 pp 334-336" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 7 pp 334-336"

B. Losski (a cura di), Antoine Watteau, Milano, 1966; E. C. Montagni (a cura di), Watteau, Milano, 1968; J. L. Vaudoyer, L'art est délectation, Parigi, 1968; G. Macchia, in I fantasmi dell'opera. Idea e forme del mito romantico, Milano, 1971; Autori Vari, Watteau, 4 voll., Madrid, 1972; P. Rosenberg, Le vite di Watteau, Bologna, 1991.

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