Weygand, Maxime

generale francese (Bruxelles 1867-Parigi 1965). Si conquistò la fama di condottiero durante la prima guerra mondiale, come capo di Stato maggiore di F. Foch. La consolidò nel dopoguerra ricoprendo cariche di alto prestigio: rappresentante permanente della Francia a Versailles; consigliere militare a Varsavia (1920) nella guerra contro i bolscevichi; alto commissario nel Vicino Oriente (1923-24); direttore del Centro di alti studi militari; capo di Stato maggiore dell'esercito (1930) e infine comandante in capo designato (1931) in sostituzione di P. Pétain. Lasciò il servizio nel 1935, ma nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu richiamato e posto al comando della zona di operazioni del Mediterraneo orientale. Richiamato in patria in seguito all'offensiva germanica, sostituì M. Gamelin (8 maggio 1940) al comando supremo ma, forse d'accordo con Pétain, esercitò subito una notevole influenza sugli ambienti politici in favore dell'armistizio. Entrò quindi come ministro della Difesa nel governo del 16 luglio dove però si scontrò con Pétain e con J. Darlan per cui accettò (6 settembre) l'incarico di comandante delle forze francesi in Africa e si stabilì ad Algeri. L'allontanamento dal governo di Vichy rinverdì la popolarità di W. e vi fu probabilmente qualche sua velleità “doppiogiochista” se C. de Gaulle e W. Churchill pensarono, per un momento, di attrarlo dalla loro parte. Comunque all'atto dello sbarco alleato in Africa, fu richiamato in patria (novembre 1941) e subito arrestato dai tedeschi che lo internarono in Germania. Dopo la vittoria alleata fu accusato di collaborazionismo e arrestato, ma venne prosciolto (1948) in istruttoria.

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