Zànica

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comune in provincia di Bergamo (7 km), 208 m s.m., 14,66 km², 7063 ab. (zanichettesi), patrono: san Nicolò (6 dicembre).

Centro situato alla sinistra della roggia Morla, tra i fiumi Brembo e Serio. Di antichissima origine, come testimoniano i ritrovamenti archeologici dell'Età del Ferro, è citato in un documento del 774; successivamente feudo dei Tasso, fu parte del territorio della Repubblica di Venezia dal sec. XV.§ Nell'abitato si trovano il secentesco palazzo Bono, divenuto oratorio di San Giovanni Bosco, con un vasto portico e affreschi del sec. XVIII, e la parrocchiale di San Nicolò, costruzione settecentesca che conserva dipinti di Giovanni Paolo Cavagna (sec. XVI-XVII), di Gherardo delle Notti (sec. XVII) e di Camillo Procaccini (sec. XVI-XVII). Nel territorio circostante si segnalano il quattrocentesco santuario della Madonna dei Campi (sec. XV-XVI), ricco di affreschi cinquecenteschi e con elegante portale, e, in località Padergnone, una dimora secentesca con cortile affrescato a grottesche e parco ornato di statue (sec. XVIII).§ È sviluppata l'industria, che conta numerose aziende operanti nei settori meccanico, cartotecnico, chimico (in particolare detergenti), delle arti grafiche, dei lubrificanti, delle materie plastiche (stampi e lavorazione), delle tecnologie elettriche ed elettroniche, della lavorazione dei metalli e del legno. L'agricoltura, attività secondaria, produce cereali, frutta e foraggi; è praticato l'allevamento bovino.La tradizione vuole che qui sia nato “Gioppino”, tipica maschera della Commedia dell'Arte.

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