abrasivo

Indice

Lessico

agg. e sm. [sec. XIX; dal francese abrasif].

1) Agg., che provoca abrasione: polvere abrasiva; pietra abrasiva; materiali abrasivi.

2) Sm., sostanza naturale o prodotto artificiale granuloso e duro che, sfregato su un altro materiale, lo intacca per attrito.

Tecnica

Noti già dall'antichità (arenaria e pietra pomice usate per affilare armi e attrezzi), gli abrasivi sono oggi largamente usati nell'industria e a quelli naturali si sono aggiunti quelli artificiali. Negli abrasivi ha notevole importanza la determinazione della capacità abrasiva fatta in base a criteri di durezza, tenacità, inerzia chimica e in alcuni casi di conducibilità termica. La durezza è definita dalla scala Mohs e in sede tecnica dalla scala Kneep. La tenacità è definita come capacità di resistere a forze applicate durante l'uso. Generalmente è determinata per macinazione dell'abrasivo: maggiore è lo sminuzzamento provocato, minore è la tenacità; spesso questa caratteristica può essere modificata chimicamente, per esempio aggiungendo a un prodotto abrasivo a base di allumina il 3% di ossido di titanio, con il risultato di trasformare un materiale fragile in uno tenace. L'inerzia chimica è un fattore decisamente importante perché le alte temperature che si raggiungono durante l'abrasione favoriscono eventuali reazioni chimiche tra abrasivi e materiale in lavorazione. La conducibilità termica è determinante in quanto un abrasivo poco conducibile si riscalda poco durante l'operazione di abrasione e la sostanza agglomerante non si carbonizza, quindi l'abrasivo non si deforma né si rompe. Gli abrasivi naturali che hanno interesse industriale sono: il diamante, una delle sostanze più dure, usato per scalpelli di trivellazione, per mole e come mezzo per riattivare mole; lo smeriglio, miscela di allumina, magnetite ed ematite, usato per mole e come additivo di cementi per la costruzione di pavimenti antisdrucciolevoli; la pomice, usata in litografia e per la preparazione di superfici metalliche; il quarzo, usato per la preparazione di superfici metalliche e come additivo per saponi abrasivi; l'apatite, la calcite, il tripoli, il talco, usati per sgrassaggio e pulitura di superfici. Gli abrasivi artificiali comprendono diversi prodotti tra i quali i più importanti sono: il carburo di silicio (carborundum atto alla rettifica di materiali ferrosi e non ferrosi; il carburo di tungsteno, atto al taglio di materie plastiche e gomme; l'ossido d'alluminio, la cui tenacità può essere aumentata chimicamente e che viene prodotto sotto forma di piccoli sferuliti per sinterizzazione di bauxite finemente macinata; i diamanti sintetici; il carburo di boro, allo stato di polvere o foggiato in mole, usato per lavorare materiali molto duri come il carburo di tungsteno o il carburo di tantalio; per la lucidatura dell'acciaio inossidabile, del platino e delle superfici cromate, si usa Cr₂O₃∤Fe₂O₃, detto “verde per pulire”. Gli abrasivi per essere usati devono essere annegati in una massa agglomerante e poi lavorati così da dar loro la forma più adatta per eseguire il lavoro (mola, pattino, ecc.). I leganti usati per l'agglomerazione sono in gran parte ceramici o vetrosi, ma se ne usano anche a base di resine plastiche e a base di gomme.

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