acònito

sm. [sec. XVI; dal greco akónīton, tipo di pianta velenosa]. Nome comune usato per indicare le piante del genere Aconitum della famiglia Ranuncolacee, comprendente piante erbacee perenni con radici tuberose, fusti generalmente eretti o semicadenti, alti da 50 a 150 cm e portanti in alto un racemo, o pannocchia racemosa, di fiori grandi, speronati e zigomorfi, formati da cinque sepali petaloidei di cui il dorsale e il superiore a forma di elmo. I petali, da due a cinque, sono ridotti e talora presentano nettari; gli stami sono numerosi, il frutto è un follicolo. Le foglie sono alterne, picciolate, variamente incise. Il genere è diffuso in tutte le regioni montuose dell'emisfero boreale e la fioritura, a seconda delle specie, va da giugno a settembre. Comprende piante molto velenose, e fra tutte è noto fin dall'antichità l'Aconitum napellus, detto anche aconito napello, a fiori azzurri. Tutta la pianta, specie le radici, contiene alcaloidi, in massima parte aconitina. Altre specie da ricordare sono l'Aconitum anthora, a fiori gialli dei pascoli alpini, l'Aconitum vulparia, anch'esso a fiori gialli distribuito nella Pianura Padana, l'Aconitum neapolitanus, proprio dell'Italia meridionale e dell'Africa settentrionale, e l'Aconitum lycoctomum, detto lupata.

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