Lessico

agg. [sec. XIX; acqua+ -fero]. Che porta acqua, che lascia passare l'acqua: falda acquifera; strato acquifero. Come sm. è usato in idrogeologia per indicare l'insieme delle rocce permeabili che, in una falda acquifera, immagazzinano l'acqua (rocce serbatoio) e ne permettono il movimento.

Apparato acquifero

Sistema di canali proprio degli Echinodermi, detto anche sistema acquifero o apparato ambulacrale, contenente un liquido di composizione simile a quello del liquido celomatico in cui navigano elementi cellulari liberi. Può comunicare con l'esterno attraverso pori talvolta raggruppati in uno o più madreporiti. Variamente modificato in alcuni gruppi, l'apparato acquifero raggiunge il massimo sviluppo negli Echinoidei e negli Asteroidei, nei quali presenta la seguente conformazione: da un anello periorale partono un canale idroforo, o petroso, che si porta in direzione aborale fino al madreporite e cinque canali radiali, che decorrono quasi a contatto della superficie interna del dermascheletro. Dai canali radiali partono, a loro volta, in sequenza alterna numerosi brevi canali laterali, ciascuno dei quali comunica con un'ampolla orientata verso l'interno (celoma) e un pedicello, detto ambulacrale, che fuoriesce attraverso un foro del dermascheletro. Tipicamente i pedicelli terminano a ventosa. Un sistema di valvole permette di isolare il gruppo ampolla-pedicello dal relativo canale laterale. Quando l'ampolla si contrae pompa il liquido dentro il pedicello che si allunga e si posa sul substrato, su cui aderisce con la ventosa. Assicurata la presa, il pedicello si contrae rinviando il liquido nell'ampolla rilassata. La trazione di numerosi pedicelli permette il movimento dell'animale. All'anello periorale sono associate delle vescicole che probabilmente regolano la pressione dell'intero apparato. Oltre alla funzione locomotoria, si riconoscono all'apparato acquifero anche una parziale funzione respiratoria e una tattile, quest'ultima più propriamente dei pedicelli.

Parenchima acquifero

Tessuto vegetale presente in piante con adattamenti xerofili, come per esempio nella famiglia Crassulacee e nei generi Agave, Cactus ed Euphorbia. È costituito da cellule grosse, con scarsi spazi intercellulari, ripiene di mucillagini capaci di assorbire e di trattenere per imbibizione notevoli quantità di acqua, che viene poi ceduta alla pianta durante il periodo di siccità.

Stoma acquifero

Particolare apertura stomatica, attraverso la quale la pianta effettua la guttazioneÈ comune, per esempio, sulle foglie delle piante appartenenti ai generi Crassula e Primula, normalmente prive, per la mancata differenziazione delle cellule o per la loro morte, dei movimenti di apertura e di chiusura.

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