affilatrice

sf. [sec. XX; da affilare]. Macchina che serve ad affilare gli utensili, nello stadio finale della loro produzione, e a ripristinare il taglio in caso di usura. Le affilatrici sono schematicamente costituite da un bancale su cui è montato il motore elettrico che fornisce il moto rotatorio di lavoro a una mola; vi possono essere inoltre delle guide sulle quali poggiano le slitte del portapezzo. A seconda della presenza o meno del portapezzo, detto anche portautensili, si hanno le affilatrici semplici, le affilatrici speciali (definite in funzione dell'utensile che devono affilare) e le affilatrici universali. Le prime sono semplicemente costituite da un motore elettrico sul cui albero è calettata una mola a disco: vengono utilizzate per il ripristino del taglio di utensili a barra e devono essere manovrate da operai specializzati, capaci di dare all'utensile il tagliente voluto. Nelle seconde il portapezzo, mobile su apposite slitte, può essere bloccato in base a indicazioni fornite da appositi abachi in modo da affilare l'utensile secondo angoli di spoglia ben definiti. Nelle affilatrici universali il portautensile è mobile secondo tre direzioni, due orizzontali e una verticale, in modo da poter affilare anche utensili complessi come frese o punte da trapano. In esse, talvolta, anche il mandrino portamola può essere inclinato. In questi due ultimi tipi di affilatrice si usano mole a tazza o cilindriche, inoltre le affilatrici universali sono spesso automatizzate per essere utilizzate in lavorazioni in serie.

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