affrésco

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Tecnica

sm. (pl. -chi) [sec. XVIII; a-+fresco]. Tecnica pittorica consistente nello stendere i colori su uno strato d'intonaco ancora fresco. Su un primo strato di malta steso sulla muratura, detto arricciato o arriccio (composto di calce spenta e sabbia di fiume), si traccia, quando è asciutto, il disegno preparatorio della composizione. Nel Trecento e nel Quattrocento il disegno era tracciato direttamente a monocromo sull'arriccio (sinopia); dalla fine del Quattrocento si preferì l'uso del cartone, il cui disegno veniva riportato a spolvero sull'intonaco. Sull'arriccio si stende poi una malta più fine di sabbia silicea, calce spenta e talora polvere di marmo, detta intonaco. Poiché l'affresco deve essere eseguito sull'intonaco ancora umido, questo viene preparato soltanto su quella parte di superficie che si presume verrà dipinta in un giorno (“giornata”). Una volta dato l'intonaco, si riapplica il cartone, facendolo combaciare con la parte di disegno preparatorio rimasta scoperta, e si ripassa il disegno con una punta dura, prima di stendere i colori. Da rilevare, infine, che sotto l'azione dell'anidride carbonica dell'atmosfera la calce contenuta nell'intonaco forma una pellicola che fissa stabilmente i colori, normalmente a base minerale e diluiti in acqua. È questa la ragione per cui nella pittura murale del Trecento soprattutto (ma talvolta anche in quella successiva), sono visibili le giunture dell'intonaco, corrispondenti alle varie giornate di lavoro. Il procedimento ora descritto corrisponde alla conclusione di un lungo periodo di formazione e perfezionamento della tecnica, giunta a pienezza nel periodo prerinascimentale: gli esempi di epoca precedente e dell'antichità rientrano solo in parte in questo processo, tuttavia essi vengono considerati come all'origine della storia artistica dell'affresco.

Storia

I primi esempi di pittura parietale simile all'affresco risalgono addirittura a epoca preistorica, mentre la tecnica appare già più avanzata nelle civiltà dell'antico Egitto e dell'Asia Minore. L'affresco è largamente documentato nei palazzi cretesi-micenei, in cui la decorazione occupa pareti, soffitti e, nel mégaron del palazzo di Micene, anche il pavimento. Dello sviluppo dell'affresco nella Grecia classica ci restano solo le testimonianze delle fonti su grandi pittori come Polignoto e Micone. Molte sono le tombe ipogee etrusche e campane adorne internamente di cicli di affreschi. In età romana la tecnica è ormai perfetta, come attesta l'ampia documentazione, nelle case e nelle ville di Roma, Pompei, Ercolano, ecc. Alla tecnica dell'affresco romano (specialmente dello stile detto “compendiario”) si ricollegano gli affreschi più rozzi delle catacombe cristiane. Trascurato, salvo qualche rara eccezione, nell'alto Medioevo, l'affresco ebbe grande diffusione in Oriente in area bizantina e in Occidente nel periodo romanico, come sostitutivo del mosaico nella decorazione delle chiese. In Italia l'affresco conobbe una splendida, ininterrotta fioritura dalla fine del Duecento al Settecento: tra le tappe fondamentali di questo itinerario si pongono i cicli di Giotto nella basilica superiore di S. Francesco ad Assisi e nella Cappella degli Scrovegni a Padova ; la Cappella Brancacci a Firenze di Masolino e Masaccio; i cicli del Beato Angelico al convento di S. Marco a Firenze; la Camera degli Sposi di Mantegna nel Palazzo Ducale a Mantova ; le Storie della Croce di Piero della Francesca in S. Francesco ad Arezzo; e, tra i massimi capolavori del Rinascimento, le Stanze Vaticane di Raffaello e la Cappella Sistina di Michelangelo. Specifica funzione decorativa e scenografica assume l'affresco nel manierismo (Veronese), nel barocco (Pietro da Cortona e Andrea Pozzo) e nel rococò (Tiepolo). Dopo il periodo neoclassico la fortuna dell'affresco subisce una flessione nell'Ottocento, mentre nel Novecento si osserva una ripresa con tecniche assai aggiornate in ampie composizioni a carattere monumentale e celebrativo (Diego Rivera).

Bibliografia

P. Badouin, La fresque, sa technique, ses applications, Parigi, 1914; U. Procacci, La tecnica degli antichi affreschi e il loro distacco e restauro, Firenze, 1958; U. Procacci, Sinopie e affreschi, Firenze, 1960; U. Procacci, L. Guarnieri, Come nasce un affresco, Firenze, 1985.

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