aggregazióne

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Lessico

sf. [sec. XIII; dal latino adgregatíonis]. Atto ed effetto dell'aggregare o dell'aggregarsi; riunione di più persone o cose. § Il termine è usato in macroeconomia per indicare il processo atto a costruire gli aggregati, cioè a passare dalle microquantità economiche alle macroquantità (per esempio, passare dai redditi dei singoli operatori economici al reddito nazionale). Il processo di aggregazione si basa su operazioni di sommatoria, di media semplice o ponderata, d'interpolazione. Molto si discute sulla validità dell'aggregazione sia dal punto di vista logico-formale sia da quello dei risultati economici. È indubbia però l'importanza dell'aggregazione in politica economica. § In etologia per aggregazione si intende il raggruppamento di animali di una o più specie che si trovano in contiguità spaziale perché ricercano la medesima condizione ambientale e non per via di attrazione sociale (vedi associazione). Per esempio le farfalle notturne si aggregano intorno alle luci in quanto attratte singolarmente dallo stimolo luminoso. § In alcune religioni sono detti riti di aggregazione riti di passaggio che determinano l'ingresso in una nuova condizione. Tale ingresso è spesso sentito come una rinascita; presso molti popoli primitivi, infatti, il rito consiste essenzialmente nell'imitazione di un neonato: il soggetto finge d'imparare a camminare, a parlare, ecc. Altri elementi di ritualizzazione sono le prime azioni che si compiono nella nuova condizione acquisita. L'aggregazione, in genere, è sentita come un lieto evento, motivo per cui il cerimoniale è improntato all'allegria e alla festosità.

Fisica

Sono chiamati stati di aggregazione i diversi modi di associazione delle particelle, atomi e molecole, che costituiscono la materia. Si possono schematicamente indicare quattro stati di aggregazione: solido, liquido, aeriforme e di gas ionizzato (il cosiddetto quarto stato della materia). Le diverse sostanze, a seconda delle condizioni di pressione e di temperatura, possono presentarsi in ciascuno dei diversi stati e passano dall'uno all'altro attraverso l'apporto o la sottrazione di energia, generalmente termica. Lo stato solido è caratterizzato da struttura cristallina (vedi cristallo) in cui la disposizione degli atomi e delle molecole è rigorosamente ordinata. In fisica i termini solido e cristallo sono pertanto sinonimi e a questa condizione limite ideale, che viene talvolta indicata con il termine solido perfetto o cristallo perfetto corrispondono perfetta elasticità e viscosità infinita. Allo stato solido le forze molecolari di coesione sono molto grandi e i corpi che si trovano in questo stato hanno perciò forma e volume propri. Questo non avviene per i corpi che non hanno struttura cristallina e che quindi, per quanto ciò avvenga spesso nel linguaggio comune, come per esempio nel caso del vetro, non possono essere considerati solidi, bensì liquidi con viscosità molto alta. A questo stato di aggregazione ci si riferisce di solito con il termine di stato amorfo o stato vetroso. Le sostanze allo stato amorfo, come i liquidi comuni, tendono ad assumere la forma del recipiente che le contiene e al contrario dei solidi non hanno caratteristiche di elasticità e di anisotropia. Possono ancora essere considerati stati intermedi tra lo stato solido perfetto e lo stato liquido: lo stato pastoso, particolare stato amorfo con spiccate caratteristiche di anelasticità, e lo stato mesomorfo (liquido cristallino) con bassa viscosità caratteristica dei liquidi comuni, ma con proprietà di anisotropia, particolarmente ottica, caratteristica dei cristalli. Lo stato liquido è caratterizzato da deboli forze intermolecolari, sensibili solo sulla superficie che li separa dalle sostanze circostanti. Le distanze interatomiche sono tuttavia dello stesso ordine di grandezza che si ha nei solidi e le sostanze allo stato liquido sono praticamente incomprimibili. Allo stato di aeriforme corrispondono invece un'altissima comprimibilità e una praticamente totale mancanza di interazioni tra le molecole che si muovono indipendentemente le une dalle altre, interagendo solo al momento degli urti, peraltro, assai frequenti. In questo stato di aggregazione si distinguono: vapori, vapori saturi, gas reali e gas perfetti (vedi aeriforme). Lo stato di gas ionizzato, per quanto di gran lunga il più diffuso nell'universo, non si presenta in condizioni terrestri se non in laboratorio. Nel caso in cui il gas ionizzato sia elettricamente neutro, nel caso cioè che gli ioni positivi posseggano complessivamente una carica uguale a quella degli ioni negativi presenti, questo gas particolare prende il nome di plasma. Uno pseudostato di aggregazione della materia, peraltro particolarmente importante perché caratteristico della materia vivente, è lo stato colloidale. Quasi tutte le sostanze possono assumere lo stato colloidale, che è composto da due costituenti o fasi, l'una dispersa nell'altra (vedi colloide). Per quanto riguarda il passaggio da uno stato di aggregazione a un altro si usa il termine fusione per la trasformazione da solido a liquido (il termine liquefazione è sconsigliabile in questo senso) e solidificazione per la trasformazione da liquido a solido. Per il passaggio dallo stato liquido allo stato aeriforme, che avviene continuamente a tutte le temperature, si usa il termine evaporazione, mentre si usa il termine condensazione per il passaggio da aeriforme a liquido. Nel caso di aeriformi con bassa temperatura critica (cioè di gas) si usa il termine liquefazione. L'ebollizione è il passaggio dallo stato liquido ad aeriforme che si ha alla temperatura alla quale la tensione di vapore del liquido è maggiore della pressione esercitata dall'aeriforme circostante. Il passaggio dallo stato solido allo stato aeriforme e viceversa è chiamato sublimazione.

Urbanistica

In urbanistica, il concetto di aggregazione è strettamente legato al concetto di scala. Le singole unità interessate al processo di aggregazione, e le forze e le leggi che presiedono alla loro coesione, variano sostanzialmente infatti al variare della scala con cui il fenomeno può essere osservato. Tali unità sono in effetti: le singole cellule abitative, o unità edilizie, che mediante processi di aggregazione danno luogo alla formazione della città storica o alla formazione dei quartieri; i quartieri residenziali che, tramite processi di aggregazione, tendono alla formazione della città; le singole città, che per aggregazione tendono alla formazione di unità territoriali a scala più vasta (vedi agglomerazione e area metropolitana). Si possono distinguere processi di aggregazione di tipo spontaneo da processi di tipo pianificato. I primi, che si riscontrano nella città preindustriale, sono caratterizzati dalla presenza delle unità elementari più minute, coincidenti con le singole cellule abitative. I secondi, che si ritrovano nella città moderna, si manifestano attraverso l'aggregazione di unità elementari di grandezza diversa, in relazione alla scala cui il fenomeno viene prodotto. L'urbanistica moderna prefigura più processi di aggregazione di quanti se ne manifestino nella città antica. Il quartiere (Siedlung, microraion, neighborhood unit), per esempio, si presenta come un'aggregazione di singole unità residenziali, legate dalla presenza di determinati servizi comuni, con una dimensione nuova rispetto ai processi di aggregazione della città storica. L'architettura moderna ha sviluppato ulteriori ricerche su nuovi tipi di cellule abitative aggregate e articolate fra loro nello spazio (Le Corbusier: unità di abitazione), giungendo successivamente al superamento del concetto di edificio e di gabbia parallelepipeda in senso tradizionale. Strutture tetraedriche, maglie tridimensionali complesse consentono assemblaggi cellulari in cui è proprio l'aggregazione il tema compositivo principale. All'idea di edificio si sostituisce quella di continuum spaziale: il costruito diviene un quid soggetto alla moltiplicazione secondo rigidi schemi di prefabbricazione. Recenti ricerche (Archigram, Gran Bretagna) hanno elaborato modelli tridimensionali, come maglie portanti di unità autosufficienti, creando una netta rottura con il progetto tradizionale. Al di là di queste proposte d'avanguardia, la cultura urbanistica tende a considerare i processi di aggregazione come la risultante fisica del processo di interazione delle componenti economiche e sociologiche della città e del territorio.

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