al-Assad, Hāfiz

militare e uomo politico siriano (Laodicea 1928-Damasco 2000). Capo dello Stato dal 1971, esponente dell'ala nazionalista del partito Baʽth, di cui era segretario generale dal 1970, giunse al potere in seguito all'emarginazione dell'ala progressista dello stesso partito e grazie all'appoggio dei suoi correligionari alawiti particolarmente forti nelle forze armate di cui, nel 1973, al-Assad divenne comandante in capo. Sostenitore dei diritti del popolo palestinese e di una linea dura nei confronti di Israele, condannò il viaggio di Sadāt a Gerusalemme nel 1977 e divenne poi il leader del cosiddetto “Fronte del rifiuto”, vale a dire l'organizzazione dei Paesi arabi radicali. Intervenuto nella crisi libanese verso la metà degli anni Settanta, assunse il ruolo di garante degli interessi arabi nel vicino Paese dopo l'invasione israeliana del 1982. All'interno, si oppose con decisione alle rivolte fomentate dai fondamentalisti islamici. Rieletto alla presidenza nel 1985, il suo terzo mandato era caratterizzato, in politica estera, dallo scontro con l'Iraq a causa della presenza siriana in Libano e dalla partecipazione della Siria alla coalizione antirachena guidata dagli Stati Uniti nella guerra del Golfo (gennaio-febbraio 1991). Nel maggio dello stesso anno al-Assad firmava con il presidente libanese Elias Hraoui un trattato di “fratellanza e cooperazione” che ha definitivamente sancito il controllo siriano del Libano. Confermato presidente nelle elezioni del 1991 (candidato unico), sotto la spinta delle pressioni USA, al-Assad accettava di avviare un negoziato bilaterale con lo Stato ebraico, ma la trattativa non riusciva a decollare realmente, incagliata, ancora nel 1997, sul problema delle alture siriane del Golan alle quali, per motivi di sicurezza, Israele non intendeva rinunciare. Rifiutatosi ancora di firmare, nel 1998, l'accordo di pace con lo Stato d'Israele, l'anno successivo vedeva confermarsi, attraverso un referendum, un quinto mandato presidenziale per altri 7 anni. Dopo la sua scomparsa, nel giugno 2000, il partito Baʽth proponeva il figlio Bashar al-Assad come candidato alla presidenza.

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