al-Kawnī, Ibrāhīm

giornalista e scrittore libico (Ghadames 1948). Abbandonato il proprio Paese per completare gli studi a Mosca, ha lavorato poi nel Libyan Bureau in Polonia, è stato consigliere presso l'ambasciata libica a Berna, in Svizzera. Ha scritto il suo primo racconto nel 1968. Dell'ambiente dominato dal deserto in cui al-Kawnī ha vissuto restano le tracce nei suoi lavori ed egli è tra i pochi scrittori arabi che hanno dedicato una particolare attenzione alla questione dell'ambiente. Le opere di al-Kawnī esprimono il conflitto tra il passato storico, sociale, spirituale del mondo arabo e la modernità, tra la tradizione araba e africana e le esigenze dell'economia del petrolio. I suoi romanzi più noti sono al-Ṭibr (1990; La polvere d'oro, ambientato ai tempi della fase iniziale dell'invasione italiana), al-Maǧūs (1991; I pagani), la quadrilogia al-Huṣūf (1991; L'eclissi), Nazīf al-haǧar (1992; La pietra sanguinante), al-Saḥarah (1994-95; I maghi), Fitnat al-zu’ān (1995; Il fascino della zizzania) e al-Fam (1997; La bocca). Tra i protagonisti dei suoi romanzi, che evocano i colori della Libia e della sua gente, gli spazi, i deserti sabbiosi e le montagne impervie, gli accampamenti delle antiche tribù nomadi dei Tuareg, al-Kawnī sceglie spesso gli animali, soprattutto i dromedari e i cavalli, creature che appartengono al mondo della natura e non a quello degli uomini, ma che degli uomini subiscono il destino.

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