alterità

sf. [sec. XVI; dal latino tardo alterítastis, differenza]. Nella filosofia classica e medievale il concetto di alterità è usato in opposizione a quello di “unità” e “medesimezza” ed è sinonimo o quasi (non vi è infatti perfetta corrispondenza) di diverso e di molteplice; in questo significato lo si ritrova in Hegel per designare la natura come altro dallo spirito; nella filosofia contemporanea invece il termine alterità designa spesso “l'altro” come persona. In particolare nell'esistenzialismo l'alterità è un carattere dell'Essere nella sua trascendenza assoluta. È in questa prospettiva che Karl Barth definisce Dio come “l'assolutamente Altro”.

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